Sit-in di protesta, domenica 30 giugno alle ore 19,30 in Piazza Don Bosco
Nell’interpellanza comunale, invocata a gran voce dall’opposizione (rappresentata in aula consiliare da Bertani, Crisetti, Mangiacotti, Cappucci e Palladino di “Agire Insieme”), riguardo la ormai comunemente soprannominata “targa della vergogna” posta in piazza don Bosco con la nuova specifica “già piazza della Rivoluzione Fascista”, si è discusso circa la possibilità di correggere il nuovo segnale che, tra l’altro, è stato nel frattempo imbrattato da ignoti. Tale atto vandalico è sicuramente da condannare, ma è anche figlio del ribrezzo e della volontà della cittadinanza per quanto riguarda la nuova quanto impropria dicitura.
Il nostro ”primo cittadino” si è trincerato dietro la macchina burocratica degli uffici preposti all’urbanistica, il cui zelo nell’interpretare i fatti storici dona loro quasi le sembianze di beceri “autonomati” locali che prendono decisioni irrevocabili e “insindacabili”(!), e ha inoltre dichiarato di non sentirsi in nessun modo infastidito da tale dicitura, rintuzzando le giuste osservazioni dell’opposizione che, a nome della cittadinanza, aveva ampiamente espresso il disgusto suscitato dall’infelice denominazione e, a ragion veduta, ha inoltre chiesto all’amministrazione di assumersi la responsabilità politica della targa, mentre Il resto della “maggioranza” si è dimostrato annoiato e magari infastidito da cotanta audacia!
Inoltre non è chiara la posizione del Partito Socialista locale che probabilmente nell’interpellanza ricopriva un ruolo scomodo nei confronti della maggioranza e imbarazzato nei confronti dei propri elettori che non possono ignorare che piazza dei Martiri, come suggerisce il nome, fu teatro di brutali stragi di cittadini, di cui moltissimi erano socialisti festanti per la vittoria elettorale come simboleggiano le macchie di vernice rossa che ora aleggiano sulla targa; a questo punto c’è curiosità nel capire la posizione del gruppo socialista.
Appare chiaro come la cittadinanza sia turbata di fronte alla scritta “già piazza Rivoluzione Fascista”, denominazione che rievoca episodi spiacevoli e quindi certamente da non evidenziare in nessun caso. Si potrebbe quindi ripulire la targa dalla vernice e tornare semplicemente al caro e rassicurante appellativo di “piazza don Bosco” nome attribuito alla piazzetta adiacente il palazzo di città dopo la divisione di piazza dei Martiri che, è bene ricordare, era in precedenza un’unica piazza.
Ricordiamo che i cittadini hanno già firmato e manifestato contro la targa, e continueranno a farlo finché non si correggerà la scritta della discordia in nome della verità storica e in nome delle vittime degli eccidi.
Rifondazione Comunista
Circolo “Luigi Pinto”