L’evento, nato per presentare la nuova associazione culturale che prende il suo nome dal concetto di dubbio metodico di Cartesio e da questo vuole partire per analizzare il confronto tra diverse culture, ideali e opinioni, ha visto il coinvolgimento dell’Azienda Agricola “Donnalisa” di San Severo e la Masseria “L’Astore” di Cutrofiano (Le).

La cultura della cucina pugliese nota per la sua storia e per le sue materie prime, è stata la protagonista della cena durante la quale l’olio extravergine d’oliva e il vino sono stati gli alimenti sotto i riflettori, spiegati e valorizzati dai produttori presenti.

L’olio extravergine di oliva è essenziale – ha spiegato Ciro De Sinno, Amministratore dell’Azienda Agricola “Donnalisa”- può essere più o meno saporito ma non più o meno grasso. Il suo apporto calorico è di sole 9 Kcal per grammo, garantisce un’alta digeribilità e permette un elevato assorbimento di vitamina E”. 

Tra qualità di olio extravergine d’oliva prodotto nel territorio della Capitanata ha accompagnato i piatti: l’Ogliarola del Gargano prodotta nella zona di San Giovanni Rotondo e Cerignola, la Coratina del Basso Tavoliere e la Peranzana dell’Alto Tavoliere. Dal sapore fruttato e dal colore giallo tendente al verde, l’Ogliarola del Gargano ha accentuato il sapore dei “maltagliati con crema di fave di Carpino”, piatto ben abbinato al Krita 2008, vino bianco leggero ottenuto da uve Chardonnay e Malvasia bianca.

Le “Orecchiette con verdura mista selvatica delle Coppe” sono state irrorate dalla delicatezza dell’olio extravergine Peranzana dell’Alto Tavoliere e accompagnate dall’IGT Salento Rosato “Massaro Rosa”2008 ottenuto da Negroamaro 100%.

La cena è continuata con un piatto tipico della terra che ha ospitato la serata, il “pancotto alla verza di Monte Calvo” arricchito dall’”esuberanza” di un olio importante come quello della Coratina del Basso Tavoliere e accompagnato da un “sorprendente” Filimei, Negroamaro in purezza che richiama nel nome il legame alla famiglia, ai “figli miei”.

La “Braciola di vitellino podolico al sugo sangiovannese” si è sposata molto bene alla potenza del vino “anima salentina”, Jèma, il “sangue” del dialetto talentino. Salento IGT Rosso, lo Jème 2007, Primitivo 100% è una buona espressione di un vino che raccoglie la tradizione e l’innovazione, la potenza del vitigno Primitivo e la complessità del terreno pugliese.

“I vini della Masseria l’Astore sono vini espressione del territorio – ha spiegato Pietro Mandorino, responsabile Tecnico-Agronomo dell’azienda salentina – Nella nostra produzione cerchiamo di unire tradizione e passione puntando sul territorio con spirito moderno. Il nostro fine- ha continuato Mandorino- è quello di conservare i vitigni autoctoni (Malvasia Bianca, Chardonnay, Negroamaro, Primitivo) e rileggerli attraverso l’innovazione.”

Ben curato il menù con gli abbinamenti; infatti, i cuochi sono riusciti ad interpretare i piatti della tradizione garganica unendoli alla preziosità degli oli e del vino, facendo conoscere queste raffinatezze anche a un pubblico vasto e variegato quale quello presente alla serata di “TERRA MEDITERRANEA- Puglia da mangiare Puglia da Gustare”.

Interessante l’idea dell’associazione Cogito Ergo Sum: il confronto parte sempre dalla tavola e allora ci aspettiamo che questo evento sarà riproposto, anche in modo meno formale, per conoscere altre interessanti aziende del territorio.

Giulia Siena