L’universo Marvel continua a generare meraviglie da box office. Con oltre un miliardo di dollari incamerati globalmente (su un budget stimato di 220 milioni di dollari), The Avengers, primo episodio della saga dei supereroi-uniti a marchio Stan Lee, è riuscito a battere record d’incassi degni di un kolossal.Si sa, l’effetto squadra ha sempre il suo appeal sul grande pubblico. E’quell’inspiegabile senso di soddisfazione misto ad eccitazione che ti pervade quando vedi insieme Capitan America, L’incredibile Hulk, Iron Man, la Vedova Nera, Thor e Occhio di Falco in un unico team concentrato a liberare il pianeta da forze del male piovute da un’altra dimensione.
Stavolta, il nemico n.1 è Loki, fratellastro di Thor, che per conquistare la Terra non esita ad allearsi con improponibili esseri provenienti dallo spazio profondo. Una sceneggiatura che sicuramente non brilla per originalità, con colpi di scena ridotti davvero all’osso e una propensione verso il melodrammatico che fa molto anni ‘40. Tuttavia, The Avengers si lascia vedere con piacere. E se i puristi storceranno il naso alle imprecisioni rispetto all’originale fumettistico, non potranno certamente negare che il film scorre liscio come l’olio, tiene il ritmo, coinvolge, diverte. A bilanciare le debolezze della storia, ci sono loro, i Supereroi, con le loro virtù e debolezze, pronte ad essere compensate dal lavoro di squadra coordinato da un collaudato Samuel L. Jackson nei panni di Nick Fury, ideatore del progetto The Avengers, desideroso di creare una supersquadra a servizio del bene.
Il cast è stellare: Mark Ruffalo nei panni dell’Incredibile Hulk, la mitica Scarlett Johansson è la Vedova Nera (personaggio già introdotto in Iron man 2), Chris Evans, conosciuto agli amanti delle storie della Marvel per aver interpretato la Torcia Umana, impersona qui Capitan America. Ma a farla da padrone è Robert Downey Jr. nei panni di Tony Stark/Iron man, un personaggio che in quanto a caratterizzazione e personalità brilla senza dubbio sugli altri. Tecnicamente The Avengers è un film perfetto.
Non capita poi tanto spesso di vedere immagini prodotte dalla computer grafica perfettamente amalgamate con le inquadrature tradizionali: qui lo sfasamento tra le due cose non si percepisce nemmeno, talmente è stato curato il lavoro di post-produzione. Spiace vedere che tanta precisione non sia stata supportata da una storia migliore. L’augurio per il futuro è che si mettano da parte i cliché narrativi tradizionali e si osi di più, le possibilità ci sono, gli incassi assicurati, perché non provare?