LibriAmo, a cura di Renata Grifa
“Tu mi guardasti e dicesti ‘Questa è la vita’.
Io ti guardai e dissi ‘Sì, questa è la vita’.
E mentre lo dicevo, già non ci credevo più,
perché è così difficile dire cos’è la vita e poi crederci veramente.”
Tony Pagoda e i suoi amici? Ma che titolo strano, chi è questo Pagoda? Sorrentino? Ma chi, Sorrentino il regista quello de Il divo e La Grande Bellezza? Non sapevo scrivesse, ora sono curiosa.
E’ così che torno a casa con questo piccolo concentrato di storie, pronta a lanciarmi in un’inaspettata lettura.
Per chi non lo conoscesse Tony si lascia introdurre dal cognato Ughetto, al quale “queste sue esperienze, ve lo dico subito, non sono piaciute neanche un poco”. A detta di Ughetto questo Pagoda Tony ora che non riesce più neanche a fare il cantante si è messo in testa di fare lo scrittore, perche Tony “ama raccontare roba su roba”.
Ughetto sembra volerci mettere in guardia: questo è Tony Pagoda, benvenuti nel suo mondo.
Il mondo di Tony è un mondo di personaggi a noi noti, raccontati in maniera diversa da come li abbiamo sempre immaginati, il mondo di Tony è la vanità di Carmen Russo, la nostalgia di Venditti, la saggezza del mago Silvan, o la fragilità del pocho Lavezzi, ed è un’Italia che sembra essersi fermata a quando si era tutti più giovani. Raccontando di loro si fa portavoce di storie che a ben vedere nascondono ciascuna una propria intimità, che si rivela sempre più chiara nel susseguirsi delle pagine.
Tony ci prende a braccetto e racconto dopo racconto, personaggio dopo personaggio ci narra la ricchezza della diversità.
E così, da subito, anche noi un po’ suoi amici, ci ritroviamo seduti a cena con Carmen ed Enzo che “non hanno figli, ma possiedono 28 cani”, accolti in una casa dove campeggia ovunque una sola parola: CARMEN, sempre scritto dappertutto.
Vien da chiedersi se Tony voglia farci la morale. Ma lasciandoci andare alla narrazione vediamo Tony parte di quel mondo, lo deride, ne ride, ma mai lo giudica, non se ne tiene a distanza, ce lo racconta e ce lo fa conoscere, e forse apprezzare, da un’angolatura diversa. Un mondo che lui stesso compatisce mostrandocelo in tutta la sua ilarità, con uno stile cinico e disilluso, ma sempre ironico.
Ironia malinconica, è questo che trasmette Mr. Pagoda, la nostalgia di qualcosa che era bello prima, ma inafferrabile ora, eppure lui lo dice “uno fa finta che il mondo era meglio prima, ma non è vero, è un alibi, eri tu che eri meglio prima” .
Tony non esclude nessuno, c’è spazio per tutti nel suo mondo, i suoi non sono solo amici dai nomi importanti, Tony racconta anche di gente ordinaria, che fa della vita comune uno spettacolo quotidiano: ballerine di lap dance, Tonino Paziente e l’audace e decisamente spiritosa madre “bella, buona e brava”.
Ci perdiamo così all’interno di questo labirinto di storie vissute, che ci lasciano con quel mezzo sorriso sulle labbra e con un pensiero che forse non confesseremo, “in fondo chi è che non vorrebbe essere almeno per un giorno Tony Pagoda?”.
antonio maria
La grande bellezza è avere tanti amici su cui intessere storie e racconti.
O averli avuti..,.
È proprio vero che eravamo migliori quando eravamo diversi da ora?
Il romanzo di Sorrentino appare, nella recensione di R., accattivante, non fosse altro che per i personaggi e le loro storie, incorniciati nella memoria e illuminati dalla malinconia.
Nella sua odierna recensione, l’autrice, come una qualsiasi sirena, ci chiama e ci tenta.
Applausi!
Antonio Maria Del Giudice