I cittadini di San Giovanni Rotondo si interrogano sull’efficacia del servizio urbano?
di Berto Dragano
E’ già passato l’autobus per il Convento? Quando arriverà il prossimo?
Capita spesso di dover attendere l’arrivo dei mezzi pubblici più del dovuto, comportando rallentamenti nella tabella degli impegni quotidiani. Molta gente si serve degli autobus locali per raggiungere il proprio posto di lavoro e, arrivando abitualmente oltre l’orario stabilito rischia un recupero straordinario, o, nella peggiore delle ipotesi, una detrazione dallo stipendio (specie quando si è costretti a timbrare il famoso “cartellino”).
Non viviamo in una metropoli, ma il nostro paese è un “cantiere in continua evoluzione”, dove sempre più si abusa dell’utilizzo della propria auto semplicemente per fare una passeggiata o prendere i propri figli a scuola. Senza contare che il tragitto compiuto quotidianamente dai mezzi pubblici non ricopre l’intero territorio sangiovannese. La metà dei veicoli viene utilizzata come “servizio navetta” per i turisti e quindi tolta alla pubblica esigenza dei cittadini.
La tutela dei bisogni pubblici è un tema delicato a cui è sempre difficile trovare delle risposte, soluzioni. Magari potremmo partire dall’incremento delle linee urbane nelle aree maggiormente trascurate dal transito corrente, provvedendo all’applicazione delle misure giuridiche relative al trasporto di disabili. Nel contesto odierno, la demarcazione tra il concetto di utilità e l’idea di spreco ha uno spessore capillare e quindi facile da oltrepassare.
Cosa rappresenta allora per noi il trasporto pubblico? Un futile sperpero o, un onere economico dal quale trarre il massimo vantaggio?