A
convegno dal 16 al 18 ottobre tutti gli esperti italiani dei Linfomi
Divisione
in occasione dei 30 anni di vita della divisione, ha organizzato presso
con la partecipazione di tutti i presidenti delle istituzioni ematologiche
nazionali ed europee, sul ruolo della Ematologia italiana nel panorama
sanitario nazionale ed internazionale.
Nel corso dell’incontro, che avrà inizio il prossimo 16
ottobre, verrà consegnato al Prof. Franco Mandelli della Cattedra di
Ematologia Università “
ormai giunto alla sua III Edizione. Nel 2004 e nel 2006 il premio era stato
consegnato rispettivamente al prof. Sante
Tura di Bologna ed al prof. Glauco Torlontano di Pescara.
Alle intuizioni ed alla attività del prof. Franco Mandelli
è legata la costituzione del GIMEMA (Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell’Adulto)
di cui l’Ematologia di San Giovanni Rotondo è uno degli 8 Centri fondatori. Il
Gruppo Cooperativo GIMEMA, che opera in Italia dai primi anni ’80 ed a cui
aderiscono attualmente quasi 100 Centri di Ematologia, è sorto per migliorare le
conoscenze nell’ambito della diagnosi e della terapia delle malattie
ematologiche dell’adulto ed il suo ruolo
per lo sviluppo dell’Ematologia in
Italia è stato determinante.
L’incontro sarà seguito nei giorni successivi dalle
riunioni nazionali del GISL (Gruppo
Italiano per lo Studio dei Linfomi) e
dell’IIL (Intergruppo Italiano Linfomi)
cui si danno appuntamento annualmente tutti
gli esperti italiani di queste emopatie che risultano al terzo posto nella
classifica dell’OMS delle neoplasie a crescita più rapida.
Negli incontri, aperti dal dott. Nicola Cascavilla e coordinati
dal prof. Massimo Federico di Modena presidente del GISL, e dal prof. Umberto
Vitolo di Torino presidente dell’IIL, ci si confronterà sui risultati
dei più moderni protocolli di chemio-immunoterapia. Si discuterà anche sul
ruolo del trapianto di cellule staminali, della radio-immunoterapia e sui nuovi
farmaci immuno e chemioterapici sempre più selettivi, in grado di colpire con
la massima precisione ed efficacia le cellule malate e che, rispetto a qualche
decennio fa, hanno in pratica quasi raddoppiato la possibilità di sopravvivenza
dei pazienti con linfoma.
