“Che possa continuare a servire Gesù nei fratelli più poveri e a segnalare ogni forma di sopruso nei loro confronti”
L’Unione di Capitanata di San Giovanni Rotondo esprime la sua piena solidarietà nei confronti di Mons. Michele Russo, Vescovo della Diocesi di Doba (Ciad) e nostro concittadino, accusato di “attività incompatibili con il suo statuto” per aver denunciato la disuguaglianza sociale dovuta allo sfruttamento dei giacimenti petroliferi ed espulso dallo Stato africano.
L’autentica testimonianza evangelica porta ai contrasti con i potenti, con coloro che sfruttano le ricchezze di paesi in via di sviluppo a danno dei più poveri. Molte volte i governi sono in accordo con le grandi multinazionali per lo sfruttamento di risorse minerarie come il petrolio. Un autentico cristiano non deve mai tacere e deve dimostrare la sua indignazione nei confronti di tali abusi. Del resto è ciò a cui un cristiano è chiamato. La lotta contro il potere corrotto, il risentimento nei confronti dello sfruttamento selvaggio privo di ogni scrupolo, lo sdegno verso la corruzione, sono situazioni di fronte alle quali il cristiano non deve mai tirarsi indietro. È quello che Mons. Michele Russo ha fatto. La sua testimonianza scomoda ha portato alla sua espulsione da parte delle autorità del Ciad, di quel paese che per trent’anni circa l’ha visto, giovane sacerdote prima e vescovo poi, autentico cristiano, pronto a combattere ogni tipo di ingiustizia.
Al nostro stimato concittadino vogliamo dimostrare il nostro affetto con le parole pronunciate da Gesù nel celebre discorso della montagna: “Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,10), affinché possa continuare a servire Gesù nei fratelli più poveri e a segnalare ogni forma di sopruso nei loro confronti.