Una brutta “consuetudine” delle nostre scuole
Anno nuovo problemi vecchi è quello che sistematicamente ci viene da pensare. In questo periodo, infatti, giunge per gli studenti e le loro famiglie il momento per procedere all’iscrizione per il prossimo anno scolastico.
Oltre la domanda di iscrizione, occorre effettuare il pagamento di due bollettini postali, rispettivamente di euro 6,04 ed euro 15,13.
Tali somme sono disciplinate e fissate dal decreto legge n. 297 del 1994. Alcuni Istituti invece oltre a ciò “pretendono” una sorta di tassa accessoria sotto forma di “contributo volontario” che, se non versato all’atto dell’iscrizione, di fatto la stessa viene invalidata in quanto giudicata “incompleta”.
Ora senza voler alimentare inutili polemiche e consapevoli della scarsità di fondi da parte del Ministero dell’Istruzione, sarebbe interessante conoscere a che titolo e per cosa si pretende tale “contributo volontario” che “volontariamente” è di 50 euro, che pur non rappresentando una cifra altissima, di questi tempi, per una famiglia media, ha il suo peso.
La legislazione parla dei principi di obbligatorietà e di gratuità, per cui non è consentito richiedere alle famiglie nella maniera più assoluta contributi volontari “obbligatori” di qualsiasi genere o natura per l’espletamento delle attività scolastiche ivi comprese fotocopie, materiale didattico o altro, fatta eccezione per l’assicurazione individuale di ogni studente per RC e infortuni, gite scolastiche ecc.
E’pertanto illegittimo, configurandosi come una violazione dei doveri d’ufficio, subordinare l’iscrizione degli alunni al preventivo versamento del contributo.
I consigli di istituto possono anche deliberare in merito a contributi volontari con la finalità di arricchimento dell’offerta culturale e formativa degli alunni, ma non devono nascondere, anzi, devono darne debita pubblicità, che tali contributi possono essere versati dalle famiglie solo ed esclusivamente su base volontaria.
Confidiamo nell’intervento degli organi preposti a troncare questa pratica rientrata ormai “negli usi e costumi” delle nostre scuole cittadine!