La riflessione di Giuseppe Pizzicoli dopo il consiglio comunale monotematico sui servizi sociali
Intervengo non per amore della polemica, ma unicamente per chiarire definitivamente alcuni aspetti della vicenda.
Nella seduta del 12 del corrente mese di settembre, gli Amministratori pubblici, convenuti in assemblea comunale, non hanno fornito risposte esaustive alle domande avanzate dai consiglieri di minoranza.
Sostanzialmente i consiglieri di minoranza chiedevano di conoscere le ragioni per cui:
- sistematicamente tutte le richieste dei componenti del Consiglio di Amministrazione del Consorzio erano state ignorate;
- non era stata data esecuzione ai provvedimenti di competenza dei Sindaci necessari per avviare il funzionamento del Consorzio;
- il presidente del Consorzio era stato fatto fuori senza alcuna valida e plausibile giustificazione.
Vorrei esprimere il mio punto di vista, dato che i Signori del Comune di San Giovanni Rotondo (senza alcun valido motivo) non mi hanno permesso di intervenire nella seduta pubblica del 12 settembre scorso, nella quale si doveva discutere sull’andamento dei Servizi Sociali.
Io penso che l’opinione pubblica si sia fatta una sua idea su questa vicenda che si trascina ormai da oltre un anno, durante il quale i Sindaci hanno ritenuto di non dover rispondere alle lettere inviate per posta certificata dal CdA, di ignorare anche tutti gli articoli di stampa pubblicati e, cosa più grave, di non dare risposte pertinenti nel Consiglio Comunale convocato in seduta straordinaria per la trattazione monotematica dei Servizi Sociali.
Accettando l’incarico di presidente del Consorzio ritenevo di poter fornire un mio contributo nello spirito del volontariato, ma anche nel rispetto della legalità attenendomi scrupolosamente, quale fonte legislativa, in primis alle norme dello Statuto che avrebbero dovuto dettare le regole della vita e delle attività del Consorzio per i Servizi Sociali.
In Consiglio Comunale si è cercato di far passare la tesi che sono stato io a dimettermi, quando invece dal carteggio presente agli atti si evince chiaramente che si è trattato di un vero e proprio siluramento e che la mia presenza all’interno del Consorzio rappresentava un ostacolo rispetto alla non dichiarata volontà di “congelare” il Consorzio.
Si abbia allora l’onestà intellettuale di dichiarare francamente che a questa Amministrazione questo Consorzio non serve e che di esso si possa fare benissimo a meno.
Certamente i Comuni hanno la potestà di tornare indietro ed eliminare in modo legittimo il Consorzio ma lo devono fare nel rispetto delle regole ed alla luce del sole.
Tale conclusione scaturisce anche dagli interventi di alcuni consiglieri della maggioranza, nell’assise del 12 settembre scorso, i quali si sono sperticati nel far passare l’idea che, da quando i Sindaci hanno ripreso in toto la gestione dei servizi, l’offerta è aumentata.
I temi sui quali il Consiglio Comunale straordinario avrebbe dovuto discutere, oltre che sui quesiti posti dalla minoranza, dovevano essere quelli riguardanti la qualità e sufficienza dei servizi erogati nonché il rispetto dei criteri gestionali di efficienza, economicità e trasparenza, criteri richiesti dall’art. 25 dello Statuto costitutivo del Consorzio.
E tutto ciò tenuto conto che nel passato la gestione “diretta” dei Comuni non aveva dato buoni frutti.
Tuttavia, mi rendo conto che queste considerazioni, con le quali per me il discorso si chiude, non cambieranno nulla poiché non c’è più sordo di chi non vuole sentire, anche se a volte, ho il timore che certi argomenti richiedano una sensibilità ed una preparazione professionale diverse.
Naturalmente da tutta questa situazione, la mia immagine ne esce infangata e disprezzata, visto il modo come sono stato trattato con tanto accanimento, e, tenuto anche conto della sfida lanciatami dal Sindaco, non lascerò nulla di intentato.
Giuseppe Pizzicoli