Rogo ‘Panda Italia’, da Legambiente un monito per il rispetto delle regole
Sono passati quattro giorni dal rogo che ha ridotto in cenere il grande magazzino di materiale e oggettistica ‘Panda Italia’, nella zona industriale della nostra città.
Ore di terrore e panico, con il capannone avvolto dalle fiamme e distrutto in poche ore, e la grande nuvola di fumo nero che ha oscurato tutta la città rendendo l’aria irrespirabile a causa del materiale plastico bruciato.
Analizzando le immagini della webcam della stazione meteo di Monte Castellana, – come riferito da Legambiente – il primo filo di fumo bianco appare nel fotogramma delle 13.58’59”. Alcune dirette testimonianze di quel fumo bianco lasciavano intendere la presenza di un fuoco di paglia, sia per l’odore, sia per la cenere, già presente su via Aldo Moro. La classica micidiale ‘restoccia’. Dopo qualche minuto la colonna di fumo diventa nero poiché le fiamme sono arrivate al materiale depositato nel piazzale rovente. A quel punto la miccia innesca la bomba ecologica che porta alla distruzione del grande magazzino in poche ore. Un ‘fuoco di paglia’ dunque la probabile causa del disastro che ha messo in ginocchio la città e le attività dell’area commerciale di San Giovanni Rotondo. L’incendio oltre che aver distrutto del tutto il magazzino Panda Italia, ha danneggiato anche le attività limitrofe e costretto un ingrosso ortofrutticolo confinante a buttare gran parte dei prodotti che stazionavano all’esterno, pronti per essere distribuiti.
Nelle successive 24 ore i tecnici ARPA, chiamati dal Sindaco, hanno monitorato la qualità dell’aria con postazioni in più punti della città. Intanto la centralina mobile presente in Piazza Europa, potrà testimoniare l’evento, visto che il forte vento ha sospinto la densa colonna di fumo nero verso il centro cittadino. Si potrà così capire quali e quante sostanze nocive sono contenute nei roghi con plastiche, colle solventi e vernici.
L’incendio ha visto gli operatori e volontari delle locali associazioni di protezione civile e delle forze dell’ordine impegnati a domare le fiamme e a controllare la zona per diverse ore. Un lavoro straordinario e pericoloso che purtroppo ha ribadito ancora una volta l’importanza di avere una stazione permanente dei Vigili del Fuoco nella nostra città, considerata la presenza di un grande centro ospedaliero oltre che meta di milioni di turisti ogni anno. Seppur già decretato da ormai due anni, il distaccamento dei VV.FF. ancora non è operativo per mancanza di personale.
“La data del 14 luglio 2021 – ribadisce il locale circolo di Legambiente ‘Lo Sperone’ – verrà ricordata a San Giovanni Rotondo per lo scampato pericolo. Se solo la forza del vento avesse sospinto ulteriormente le fiamme in direzione delle altre infrastrutture, ora dovremmo raccontare ben altri danni. Quanto accaduto deve comunque far riflettere sull’intero sistema della sicurezza delle attività produttive commerciali e sulle norme antincendio. Deve far riflettere anche sulla pericolosità di certi comportamenti come dare fuoco alle sterpaglie”.
Intanto tutta la comunità sangiovannese si è stretta idealmente in questi giorni attorno ai gestori del grande magazzino che hanno perso tutto. Una realtà consolidata da anni, quella della comunità cinese a San Giovanni Rotondo, che dava lavoro a tanti ragazzi di diverse etnie, che con fatica cercavano di costruirsi un futuro nella nostra città e pian piano si stavano integrando nel tessuto produttivo e sociale del nostro paese.