Il 12 maggio anche nella nostra città ci sarà una raccolta firme
Non è solo una firma. È molto di più l’impegno a sottoscrivere «Uno di noi», la campagna promossa dai Movimenti per la vita nei ventisette Paesi della Ue per arrivare al riconoscimento giuridico dell’embrione. Serve un milione di firme per far intervenire il legislatore europeo. Ma l’obiettivo è ben più ambizioso. Per questo adesso è il momento della mobilitazione con la possibilità di aderire anche online al progetto.
L’embrione umano merita il rispetto della sua dignità e integrità. Ciò è affermato nella sentenza CEG, che definisce l’embrione umano come l’inizio dello sviluppo dell’essere umano.
Per garantire la coerenza nei settori di sua competenza dove la vita dell’embrione umano è in gioco, l’Ue deve introdurre un divieto e porre fine al finanziamento di attività presupponenti la distruzione di embrioni umani in particolare in tema di ricerca, aiuto allo sviluppo e sanità pubblica.
Domenica 12 maggio sarà allestito un gazebo in piazza per firmare a favore di ‘Uno di Noi’.
Ecco l’appello del ‘Movimento per la Vita italiano’
In nome di chi non ha voce, per dare solidità ai diritti dell’uomo, per dare piena attuazione ai principi di dignità umana, uguaglianza e solidarietà, per risvegliare le radici dell’Europa, per ritrovare speranza in un rinnovamento civile e morale, noi chiediamo di aderire all’iniziativa denominata “Uno di noi” sottoscrivendo su carta o telematicamente (www.oneofus.eu) l’apposito quesito già registrato dalla Commissione europea ed ora aperto all’adesione dei cittadini dei 27 Stati dell’Unione.
Noi crediamo che “la questione sociale è divenuta radicalmente questione antropologica” (Benedetto XVI, Caritas in Veritate n. 75).
Noi crediamo che il riconoscimento della sempre uguale dignità dell’uomo dal concepimento alla morte naturale è il fondamento della libertà, della giustizia e della pace (Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, 10.12.1948).
Noi constatiamo che le solenni dichiarazioni dei diritti umani rischiano di diventare strumento di oppressione contro l’uomo se viene accettata la più grave delle discriminazioni: quella che nega il diritto di vivere all’essere umano che si trova nelle condizioni più emblematiche dell’esistenza, quali sono il nascere e il morire (Giovanni Paolo II, Evangelium vitae n. 18).
Se il figlio concepito e non ancora nato è “il più povero tra i poveri” (Madre Teresa di Calcutta, premio Nobel per la pace), allora la negazione della sua stessa esistenza ed anzi il tentativo di considerare un diritto la sua distruzione è la “sconfitta dell’Europa” (Giovanni Paolo II, 28 ottobre 1985).
Il 2013 è stato proclamato “Anno della cittadinanza europea” per rendere i cittadini d’Europa più consapevoli della loro appartenenza ad una Unione di valori. Il Trattato di Lisbona, entrato in vigore alla fine del 2009, ha introdotto la possibilità di iniziative di cittadini come strumento di partecipazione democratica che obbliga le Istituzioni a prendere in considerazione e discutere quanto viene richiesto.
Perciò i cittadini, esprimendo una larga adesione all’iniziativa “Uno di noi”, possono aiutare l’Europa a ritrovare la sua anima. Dichiarando che ogni essere umano fin dal concepimento è uno di noi essi chiedono che la dignità umana sia messa al centro della integrazione europea e che ogni risorsa economica e intellettuale dell’Unione sia destinata sempre a promuovere la vita umana e mai distruggerla.
Con la raccolta di firme si vuole che nella più importante sede europea, sia posta pubblicamente la domanda fondamentale, che viene sistematicamente e programmaticamente evitata: “Il concepito è o no un essere umano? E’ o no uno di noi?”. Già far risuonare questa domanda è un successo, perché è impossibile la risposta negativa e comunque la stessa domanda genera una salutare inquietudine.
“Uno di noi” si propone, in sintesi, di ottenere che l’Unione Europea si impegni con un atto legislativo a non erogare denaro per progetti che mirino a distruggere la vita umana nascente.
Matteo De Santis
A che cosa serve firmare per un embrione se poi non si rispetta la vita e la dignità delle persone?
Eccovi alcuni esempi
Chi sta promuovendo questa iniziativa è spesso artefice di dichiarazioni omofobe. Mi sembra molto ipocrita rispettare il “diritto dell’uomo” in un embrione e poi discriminare il diritto all’amore di un uomo già nato e cresciuto.
Vogliamo difendere gli embrioni dimenticandoci spesso la vita di milioni di innocenti uccisi ogni giorno da guerre stupide in nome della superiorità di una razza????’ Come mai la chiesa ancora oggi non esprime la sua contrarietà su quello che succede in Palestina????
L’embrione è più importante di un bambino già nato???? Infatti difendiamo gli embrioni e per quelli già nati in famigli povere proponiamo l’adozione o la casa famiglia.
Potrei dire tante altre cose per far capire quanto questa battaglia è ipocrita ma mi fermo qui ed invito tutti i cittadini che hanno realmente una coscienza ad ignorare questa campagnia
Matteo De Santis