… non solo turismo religioso
Ad accendere i riflettori su Padre Pio, non sono solo le tappe che il Santo dovrà affrontare a breve, ma anche la singolare delibera dell’amministrazione di Ogliastro nel Cilento, per la costruzione di una statua alta 85 metri. Il curioso viaggio del Santo e la delibera di un piccolo comune, hanno rilanciato nuovamente la dannosa questione del turismo religioso.
Dopo il polverone scatenato, nel 2013, dalla volontà di trasferire il cuore del santo a Pietrelcina, suo paese natale, la notizia della traslazione delle spoglie del Santo a Roma in occasione del Giubileo Straordinario, dall’8 al 14 febbraio 2016, ha agitato nuovamente le diverse opinioni nella città del Santo.
Le polemiche anche questa volta non sono mancate, anche se affievolite dal fatto che il trasferimento del Santo, avviene in un periodo lavorativo poco attivo e per pochi giorni. E quindi il temuto problema economico non infiammerà gli animi.
La notizia di questo straordinario evento, ha spaventato le tante attività legate al pellegrinaggio perché nonostante le bellezze paesaggistiche, le attrattive religiose, le bontà culinarie, la nostra città è poco sviluppata dal punto di vista turistico. Abbiamo sempre ereditato una politica impreparata, senza una seria programmazione che potrebbe garantire una solida tranquillità di crescita economica e culturale della Città di S. Pio.
Si è sempre troppo parlato e mai concretata una seria programmazione con il coraggio di variare la proposta turistica, non solo quella religiosa. Ne sanno qualcosa i giovani interpreti, le agenzie turistiche, gli operatori alberghieri i quali hanno più di una proposta per rilanciare l’occupazione e l’economia.
Occorre cercare di variare l’offerta turistica, per far sì che i turisti escano dal circuito tradizionale e siano attirati verso altre proposte. Solo in questo modo tutte le polemiche e le ansie che queste notizie provocano potranno trasformarsi in una seria opportunità di valorizzare elementi del territorio e vedere un turismo stabile e rafforzato.
Capisco le paure che provoca l’assenza del Santo Pio in un momento storico ed economico che stiamo vivendo, ma dobbiamo considerarlo anche come un invito, uno stimolo a pensare nuove forme di turismo da proporre e che in questi ultimi anni si sta sviluppando. Un’opportunità che possa creare nuove proposte che allontanino definitivamente l’illusione che l’unico miracolo economico sangiovannese sia esclusivamente il business del Santo con le stigmate.
Occorre sviluppare maggiormente il turismo, con particolare riferimento ai percorsi della via Francigena, valorizzare il “turismo lento”, valorizzare e sviluppare il turismo culturale e religioso.
Se solo riuscissimo ad assumere piena consapevolezza della ricchezza del patrimonio comune che l’ambiente, il clima, il paesaggio, i beni culturali materiali e immateriali, la ricchezza del convivio e la grande socialità consegnano quotidianamente a questa terra, forse capiremmo anche di essere una comunità.
“Farò più rumore da morto che da vivo”. La profezia di padre Pio si è avverata nuovamente.
Berto Dragano