Venerdì 9 marzo ore 10.30 – Auditorium Mons. Vailati (Manfredonia)
Le richiesta di aiuto agli sportelli della speranza presenti in provincia (in particolare: fondazione “buon Samaritano” a Foggia e Caritas diocesana a Manfredonia attivo dal 2010) sono aumentate del 32%. La Capitanata sembra avere il record nazionale in fatto di denunce per racket per ogni singolo abitante. Il timore si va progressivamente dissipando con la fermezza delle Forze dell’Ordine e la maggiore coscienza civile raccolta anche dall’istituzione volontaria dei centri antiracket (Vieste e Monte Sant’Angelo). Una vera emergenza sociale dovuta principalmente a mutui pendenti, alla crescente disoccupazione e alla difficoltà per le imprese ad accedere al credito bancario. Dal racconto di chi viene a chiedere aiuto agli operatori degli sportelli sembra che la crisi economica non abbia spinto le famiglie a rivedere i propri stili di vita. Chi è stato colpito dalla disoccupazione, almeno per i primi tempi, cerca disperatamente di conservare lo stesso livello di consumi del passato. Tra questi molti hanno cercato nel gioco, promosso con tecniche sempre più persuasive, l’integrazione alle quote di reddito che avevano perduto. E così, su dieci indebitati a rischio di usura, quattro sono giocatori. Tra loro si nota il libero professionista, il commerciante, l’industriale. Ma anche l’impiegato, l’operaio.
In questo contesto si insidia l’illusione portata dal gioco d’azzardo che promette molto e sradica moltissimo. Ci sono le premesse di una una vera dipendenza bisognosa di cure psicologiche adeguate (gioco compulsivo). A ciò si aggiunge la falsità sistematica di certe pubblicità (il riferimento è alla diffusione di certi giochi “legalizzati” per sfruttare le relative imposte) vera forma delittuosa che uccide il modo corretto di pensare ed agire. Quella del gioco è una emergenza che riguarda tutti, particolarmente insidiosa per le nuove generazioni che vi si accostano soprattutto tramite i giochi a scommessa proposti dal web (esempio le videolottery).
D’altra parte questa preoccupante “emergenza sociale” fa emergere l’operato discreto degli sportelli della speranza che propongono alle vittime della disperazione “una via d’uscita”. Si tratta dei centri antiusura di Foggia e Manfredonia, e quelli antiracket presenti a Vieste e Monte Sant’Angelo; oltre alle associazioni che offrono micro credito a famiglie in difficoltà: il riferimento è anche al progetto ABI-CEI “prestito della speranza” operativo anche nella diocesi sipontina. Un servizio gratuito dato che si regge sul volontariato competente: infatti l’équipe antiusura è formata da professionisti (avvocati, bancari, commercialisti e psicologi).
Ma è altrettanto importante operare sull’informazione e prevenzione.
Il riferimento non è solo alla campagna “salvaGente” della fondazione antiusura di Foggia o a quella della Caritas sipontina denominata “una via d’uscita c’è”, ma anche agli incontri “culturali” sul territorio, particolarmente con il fragile mondo giovanile. Educare a stili di vita più sobri e allertare sui pericoli di certi giochi a scommessa (partendo dalle slot machine) è un servizio alla verità oltre che alla dignità della persona. In tal senso è importante sostenere il mondo della scuola e della famiglia nel loro percorso educativo sulla legalità.
Un delicato lavoro di prevenzione che vede lodevolmente impegnate anche le forze armate del territorio.