di Gennaro Pazienza
Vergogna, Vergogna, Assassini!!!
Così il popolo di Palermo accolse le autorità davanti al Palazzo di Giustizia di Palermo nel giorno dei funerali di Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.
Quel giorno la Repubblica Italiana è morta a Palermo, colpita dagli sputi,dagli insulti,dai cori “ASSASSINI e MAFIOSI”, è morta davanti alla vergogna di tanti magistrati (non corrotti), di poliziotti che con la loro scorta danno protezione e sfamano i loro figli e di tanta gente onesta. Il tricolore che scolorisce sulle tante lacrime di quelle cinque bare messe in fila, il cappello blu per i tre agenti della scorta e in più la toga rossa per Giovanni Falcone e Francesca Morvillo.
Lacrime scaturite non dalla rabbia o dalla vergogna, ma lacrime di indifferenza,lacrime che vogliono urlare l’innocenza di milioni di italiani pronti a sfidare i potenti della nostra repubblica.
Le urla :”Andate via, via di qui. Sono i nostri morti, non i vostri. Andate via di qui. Tornate a Roma, tornate alle vostre tangenti”.
Oggi 23 Maggio 2012, sono passati vent’anni, oggi è il giorno della memoria, delle manifestazioni, del cordoglio nazionale e della parata delle varie amministrazioni (comunali, provinciali e regionali) fino a quelle più alte dello stato, dove tutti con le loro cravatte e i loro vestiti ricorderanno con parole toccanti il ricordo di uomini che volevano cambiare le sorti del nostro paese.
In vent’anni di memorie e ricordi quanti politici corrotti si sono susseguiti?
In vent’anni di memorie e ricordi quanti poliziotti corrotti si sono susseguiti?
In vent’anni di memorie e ricordi quanti giudici corrotti si sono susseguiti?
In vent’anni di memorie e ricordi quante false commemorazioni si sono susseguite?
Lasciate a noi onesti la parola…
Voi rimanete a casa, riponete nell’armadio le scarpe lucide e la cravatta ben intonata alla camicia.
Nel 992 in quel giorno appiccicoso nello spettrale androne di marmo del Palazzo di Giustizia,vicino alla toga rossa di Giovanni Falcone c’era Paolo Borsellino.
Vergogna, Vergogna, Assassini…
Tornate nei vostri Palazzi