A colloquio con Giuseppe Siena, “disponibile” candidato sindaco per il centro-sinistra
Non c’è giorno in cui non si assista a una girandola di nomi (più o meno illustri) per la candidatura a sindaco di San Giovanni Rotondo. Il panorama sangiovannese per la scelta del candidato del PD e dell’intero centro-sinistra, appare incagliato da dinamiche del passato e di rendiconti di quanti numeri si hanno in mano. Eh si, questa è la realtà che trapela dopo ogni incontro, riunione allargata o meno che sia.
Nomi che vanno e vengono senza tener conto che, per fare il sindaco della Città di S. Pio, ci vuole a dir poco coraggio. Si fa presto a dire che ci vuole un politico oppure un avvocato o magari un filosofo, esponente della società civile, o ancora meglio un imprenditore e via di questo passo. Si dà per scontato quello che scontato non è, ossia che un buon politico, un buon avvocato, un buon imprenditore o un filosofo debba saper fare altrettanto bene il sindaco. Come si dice: “il nome non basta…”
Succede che negli ultimi giorni, all’improvviso, dopo mesi di passi in avanti, poi frenate, poi passi indietro la coalizione di centro-sinistra sembrerebbe abbia trovato, nello spazio intimo di quattro mura e di limitata condivisione “la quadra” sul probabile candidato sindaco.
Ed a questo punto, mettendomi dalla parte di chi dovrebbe avallare le scelte e capirne le logiche, ossia i cittadini, ho cercato di capire meglio quanto i “rumors” non ufficiali riferiscono stia accadendo.
Una chiacchierata con l’ing. Giuseppe Siena (dirigente PD e responsabile dei rapporti con gli enti locali del partito), disponibile ad una eventuale candidatura a sindaco, può risultare interessante e, magari, chiarificatrice di aspetti e dinamiche in essere nella costruenda coalizione.
Allora ing. Siena, questa premessa sintetica e di carattere generale, esprime sufficientemente quanto stia avvenendo in ambito non solo del PD ma nella coalizione di centro-sinistra?
“Assolutamente sì. Ho preferito aspettare qualche settimana per capire le prove di alleanza per ricostruire il centro-sinistra. Dopo numerosi incontri tra le forze politiche cittadine della coalizione non si è ancora tracciato un percorso nuovo ma soprattutto non si intravede una sintesi per la scelta del futuro candidato sindaco. Purtroppo o per fortuna le forze che dovrebbero presentare la proposta nuova alla città provengono da storie e percorsi non sempre lineari e coerenti con la visione di centro-sinistra. Hai detto bene, se la scelta del candidato sindaco avviene all’interno di una stanza rifacciamo gli stessi errori del passato consegnando alla città un candidato poco autorevole e molto molto debole”.
Quindi, senza giri di parole, identifichi le primarie quale strumento di selezione non solo di mera conta ma di proposta, di conoscenza e di valutazione del candidato sindaco.
“Esattamente così. Ritengo che una proposta politica seria e vincente non può prescindere da un non coinvolgimento della città. Ma sopratutto penso che qualsiasi scelta si faccia debba essere condivisa con quanta più gente possibile proprio per cambiare rotta con la solita politica degli accordi sottobanco. E’ anacronistico pensare che il candidato sindaco possa essere determinato da poche persone che nella maggior parte dei casi rappresentano solo se stessi. Stiamo perdendo troppo tempo e a questo punto qualche dubbio sorge spontaneo. Si vuole temporeggiare per arrivare a rendere le primarie non più attuabili e imporre un candidato già predeterminato? Spero di sbagliarmi perché questa si che sarebbe una furbizia che porterebbe il PD e tutto il centro-sinistra ad una azione fallimentare. Ritengo che una classe dirigente deve intuire che così ci stiamo chiudendo”.
Sentirti parlare in questo modo fa pensare che il clima ed il tenore delle discussioni abbia già preso strade sterrate e irte di ostacoli che ancora una volta non lasciano immaginare serene condivisioni politiche fra gli ipotetici alleati del centro-sinistra. Addirittura si dice che alcune forze andrebbero via qualora il PD sostenesse la via delle primarie.
“Purtroppo è quanto sta accadendo. Stiamo perdendo di vista il vero obiettivo che è quello di poter attrarre l’attenzione degli elettori su una proposta condivisa e vincente. I rischi paventati che le forze che non vogliono una consultazione popolare possano andar via dalla coalizione non ci deve spaventare perché è meglio scoprirlo oggi che abbiamo vedute diverse che durante il mandato elettorale. Non dobbiamo più indugiare e senza paure dobbiamo aprirci alla città. Un grande partito come il PD si deve mettere sempre in discussione democraticamente, accettando le sfide. Ma sopratutto dobbiamo capire che già nella campagna elettorale per le primarie si avvia un confronto con la città che porterà alla individuazione dell’uomo che guiderà la coalizione ma principalmente si costruirà un programma condiviso con la città. Questo deve essere un percorso irrinunciabile. L’idea che senza le primarie si possa piazzare un amico può per qualcuno essere seducente ma diventa una vittoria effimera che porterebbe ad una sconfitta certa nella competizione vera delle elezioni”.
Senza girarci troppo intorno, Giuseppe Siena vuole arrivare alla sua candidatura a sindaco col sostegno e la volontà netta degli elettori del centro-sinistra e non magari “nominato” e “cooptato” come i più vorrebbero.
“Assolutamente si! Rilanciamo e proiettiamo il centro-sinistra verso una proposta seria e vincente. Io nel proporre la mia candidatura a sindaco ho posto queste condizioni. Voglio un test preliminare importante per poter accettare il ruolo di candidato sindaco. Non si scherza o ci si improvvisa per sola ambizione personale o di gruppetti. Il ruolo e la responsabilità che si assume nei confronti della città è enorme. Gli ultimi sindaci sono stati scelti così e la città ha pagato dei prezzi altissimi che tutti conosciamo. Questa volta liberiamo il futuro sindaco da quelle, per fortuna, poche persone che, solo perché hanno partecipato al chiuso di una stanza alla scelta del candidato sindaco, ritengono che possano decidere il futuro di una amministrazione o peggio di una intera comunità.
Non sarà facile per il tuo partito, il PD, mettere in disparte e non sostenere quella che forse è la struttura portante del concetto di libertà, partecipazione e democrazia, quali sono le primarie.
“Le primarie sono l’humus del nostro partito, sono una bella esperienza per trasmettere una maturità politica ed inoltre comunicare ai cittadini che una politica migliore è possibile. Le primarie non riguardano solo il futuro della città di San Giovanni Rotondo, ma anche del Partito Democratico e del Centro-Sinistra, che può farcela solo attivando una partecipazione seria della popolazione. Dobbiamo tener conto che le primarie vanno bene sui territori se non diventano la conta tra aree di partito, ma come lancio di una campagna elettorale per legittimare il candidato sindaco e i consiglieri comunali che lavoreranno con lui. Per questo io credo che le primarie siano uno strumento per esprimere idee e non numeri. Si deve dare l’idea di una grande partecipazione e non di una diatriba su alcune questioni che solo pochi capirebbero”.
Immagino scontata a questo punto una formale proposta, al partito ed alla coalizione, della tua candidatura a sindaco. Un passo che va fatto e, alla luce di quanto hai detto finora, giocando, tutti, a carte scoperte.
“E’ ciò che mi auguro. Adesso è indispensabile aprire una meccanismo di partecipazione che sia pubblica e non solo fatta all’interno di pseudo assemblee convocate per l’imminente campagna elettorale. E’ necessario ed indifferibile la convocazione di un tavolo che, nel definire regole per il corretto svolgimento delle primarie di coalizione, si costruisca il percorso più incisivo per restituire alla Città di San Giovanni Rotondo un governo credibile e democratico”.
Al tuo partito in primis chiedi quindi concretezza e decisione in questa delicata fase politica: le primarie l’unica strada da percorrere.
“Quello che chiedo, insieme anche ad altri amici e dirigenti di partito, o una nuova stagione politica, di legalità e regole. Oggi ci troviamo di fronte ad una difficoltà di scelta, fatta di convocazioni inutili e strumentali dalla quale non si riesce a trovare una giusta sintesi. Crediamo che in questo momento di crisi e di profondo cambiamento della società italiana nessuno possa stare alla finestra a guardare, ma che tutti debbano contribuire a decidere quale città si vuole, per andare oltre facili illusioni di ‘movimenti stellari’. Penso che le primarie siano un’occasione per riattivare la voglia della gente di ripartire dal basso, fuori dai soliti schemi e che sappia valorizzare le idee, che consentono di capire meglio i problemi dei nostri giorni e le relative soluzioni da portare nel prossimo governo cittadino. Le primarie del centro-sinistra deve essere uno strumento di condivisione delle scelte che è entrato nel DNA del centro-sinistra, come mostra la bella pagina di democrazia e partecipazione scritta dai militanti e simpatizzanti in altre occasioni. E tale strumento dovrà essere strumento necessario per trasformare la democrazia indotta in democrazia partecipata e libera. Le primarie devono essere un occasione di partecipazione per tutti noi che crediamo in una alta/altra politica”.
E se il tuo messaggio di scelta partecipativa non venisse accolto?
“Chi oggi dissente dall’utilizzo di questo strumento per paura di inquinamenti da parte di altre forze politiche è in mala fede perché le primarie vengono svolte dalla coalizione, che ne detiene il controllo, e che si deve munire di un regolamento interno per le primarie che annullano qualsiasi paura o diffidenza. Poi io sono sempre convinto che il 3% di elettori cinesi non falsano la consultazione”.
GP