A che gioco giochiamo?
Se sul fronte delle candidature ufficiali non ancora si muove nulla, fatta esclusione della ricandidatura ufficializzata pochi giorni fa dal Sindaco uscente Pompilio retto da tre liste civiche, nel sottobosco della propaganda e della militarizzazione elettorale qualcosa si muove. Una mobilitazione propagandistica che per ora si ferma ai social network, con annesse frecciatine da post tra ormai ex alleati, ex maggioranze, “ex rimpastati” e stampelle di turno.
Tutto legittimo dal punto di vista dei mezzi della comunicazione. Nulla di nuovo nell’era digitale e degli alter ego virtuali. Ma i contenuti lasciano alquanto a desiderare, in alcuni casi sorridere e se permettete anche indignare.
Prendiamo ad esempio il post apparso in questi giorni sul profilo dell’ex segretario cittadino democratico Mangiacotti, che in compagnia di altri “fuoriusciti” dal PD e dal centrosinistra cittadino dopo aver assunto il ruolo, seppur in momenti e con modi diversi, di stampella di sostegno e soccorso della claudicante Amministrazione uscente di centrodestra sta cercando una nuova collocazione politica. Un post condiviso da diversi attori dell’ultima fase dell’Amministrazione Pompilio, e che con toni trionfali annuncia di aver denominato nuove strade cittadine con tanto di nomi e cognomi e di averne di altre a cui attribuirne il nome.
La cosa lascia al quanto sbalorditi. Il primo punto logico che sfugge è il motivo di vanto nell’elencare le nuove strade denominate, e il farle passare come un successo, un risultato politico rilevante, quando in realtà trattasi di normalissima amministrazione. In secondo luogo dei nomi elencati, una quindicina in tutto, non vi è nessuna spiegazione del merito alla base della denominazione. Al contrario l’unica forma di spiegazione è confinata al mestiere svolto o alla vocazione religiosa, e nella maggioranza dei casi, la metà circa, l’attribuzione pare essere stata fatta sulla considerazione di essere stati “figli spirituali di Padre Pio”.
L’aspetto interessante da sottolineare è che questo sistema di scelta in ultima analisi potrebbe rivelare l’orizzonte, la visione etico-politica, forse più propriamente ideologica che potrebbe essere la filosofia guida dell’azione e delle scelte politiche passate come future. Partiamo da un dato. L’essere stati “figli spirituali di Padre Pio”, senza nulla togliere agli stessi, costituisce un privilegio personale, uno status che molti avrebbero voluto avere, più che un attestato meritorio verso la comunità o la città. I criteri di intitolazione di strade, in genere, dovrebbero essere i meriti non i privilegi. Meriti civici, contributi alla visibilità della Città, atti meritori di idee, lotte per i diritti, esempi di umanità, di civiltà, unicità spirituali o artistiche, contributi ed eccellenze scientifiche, o ancora esempi di umanità di patriottismo e diritti civili calpestati o soffocati nel sangue. In questo caso invece sfugge il reale merito per la comunità, ma si intitola e si da lustro ad un privilegio più che ad un merito. E lo si fa annunciando vittoriosi l’anomalia etica in una normalità di azione amministrativa, quale quella di intitolare piazze e strade.
Viene facile da pensare. Da pensar male che in una comunità tutto sommato numericamente piccola come la nostra, visceralmente legata al nome di Padre Pio, alla vigilia delle prossime amministrative, annunciare i nomi di strade intitolate a compaesani e figli spirituali sia un esercizio di marketing, di propaganda, di conta elettorale, per certi versi mediocre che alimenta e promuove privilegi a discapito dei meriti. Verrebbe da pensare si….ma non pensiamolo. Buone amministrative a tutti!