Questione di…“Uomini in campo”
La primavera non è alle porte ma per San Giovanni Rotondo “politicamente” ed “amministrativamente” parlando è come se lo fosse. Le elezioni amministrative a cui i cittadini saranno chiamati ad esprimersi per eleggere il primo cittadino ed il consiglio comunale post-Mangiacotti, non danno ancora molto tempo per pensare, per programmare, per pianificare. Mancano 4-5 mesi all’atteso appuntamento politico-amministrativo ma le incertezze, in termini di alleanze e strategie, sono evidenti.
Cosa un po’ diversa da quanto avvenuto tre anni fa allorché le alleanze e/o le scelte di taluni di “correr da soli”, sotto Natale erano più o meno note alla cittadinanza; i giochi, i patti (magari in seguito per nulla rispettati) erano stati sufficientemente confezionati già ai primi del nuovo anno.
Oggi, tutte quelle certezze ancora non trovano gli stessi riscontri e le stesse unità d’intenti. E tutto ciò per dei motivi ovviamente noti ai partiti e movimenti politici che, solo ora, pare finalmente abbiano capito di essere e di dover esser espressione della cittadinanza; cittadinanza che nelle forme più diverse possibili ha già fatto conoscere la sua voglia di riscatto e che spera fortemente che questa sua esigenza non rimanga solo ed esclusivamente un desiderio.
Una prima risposta dei cittadini a questo voler dire “la loro” si è concretizzata con la nascita di nuovi movimenti socio-politico-culturali, circoli e comitati; realtà che non vogliono fermarsi a dire le rispettive opinioni bensì esser parte attiva nell’amministrazione e gestione di San Giovanni Rotondo. Una voglia di riscatto, una voglia di lasciarsi alle spalle tanti mesi di politica, e soprattutto di amministrazione della città, colmi di veleni, tensioni e “tradimenti”.
Movimenti ed iniziative, comunque, anche pubblici in seno ai partiti, in quest’ultimo periodo se ne sono registrati. Attività e tentativi di confronto sulle necessità e criticità della città portati avanti con quella prudenza necessaria per non perdere di vista (e non incorrere negli stessi errori) tutto ciò che ha causato la caduta dell’amministrazione Mangiacotti.
Fra i partiti con più peso, in termini di adesioni, che a tutt’oggi almeno ufficialmente non sono usciti allo scoperto vi è il neonato Partito Democratico. Tutto ciò è legato alle problematiche di natura costitutiva ed organizzativa prettamente politica e generale che sta impegnando i delegati locali, ed a quell’equilibro strutturale ancora non raggiunto, o non dichiarato, fra i diversi attori provenienti dalla Margherita e dal Partito Democratico o, al loro interno, fra le diverse correnti. I bene informati, dentro e fuori il PD, ritengono che la consistenza e le adesioni al partito si giocheranno sul tavolo della presenza o meno “in prima linea” di personaggi della ex amministrazione Mangiacotti. In buona sostanza, se in tal senso dovessero indirizzarsi le scelte, la corrente “lettiana” del partito e parte dei Democratici di Sinistra potrebbero fin da ora pensare ad altre soluzioni di aggregazione fuori dal Partito Democratico. E’ da rilevare, inoltre, che anche altri partiti, pur essendosi schierati ufficialmente verso il centrosinistra, ad una eventuale alleanza con il Partito Democratico hanno premesso e condizionato l’adesione in funzione degli “uomini” da sostenere.
Le novità, come già accennato, in termini di nuove “presenze” nel panorama cittadino è dato dalla nascita di alcuni movimenti e circoli politico-culturali, anche trasversali ai partiti, qual è il comitato “Cantieri Sociali”; comitato che dal prossimo mese, dopo un serie di pubblici incontri, inizierà un percorso partecipato di analisi e proposta per “l’altra politica”, un esperimento di “politica partecipata”, novità nello scenario politico della città, aperto a tutti, singoli cittadini, associazioni e partiti politici.
Da menzionare, come nuovo movimento politico, il Circolo della Libertà “Nuova Italia”, promotore già di diverse iniziative, nato all’indomani della caduta dell’amministrazione di centro-sinistra con l’obiettivo dichiarato di voler contribuire alla «concreta possibilità di un grande rilancio socio-economico-culturale e morale della città e ad un’azione comune volta alla creazione di una rinnovata, forte e qualitativa squadra di donne e di uomini capaci di poter governare degnamente questa nostra magnifica città».
“Oltre le bandiere”, infine, è il movimento che da circa un anno è animato da un gruppo di cittadini di varia estrazione politica e sociale che, stanco della lunga crisi che affligge la vita politica, economica e culturale della città, ha deciso di unire le forze per creare un progetto socio-politico capace di condurre San Giovanni Rotondo “fuori dal tunnel” politico-amministrativo.
Chiedersi oggi quale sia la situazione politica cittadina non è come fare un salto nel buio ma nemmeno una realtà di facile classificazione. Da alcune settimane si susseguono tentativi comuni ed allargati di avvicinamento fra partiti e movimenti cittadini, soprattutto in area di centro-centrodestra ma già i primi riscontri hanno fatto emergere e constatare quali e quante distanze vi siano fra le diverse realtà politiche: i veti incrociati sugli “uomini in campo”, prima che sui contenuti, sulle esigenze della città e sui programmi, prevalgono e rappresentano gli ostacoli più difficili da superare; veti e prudenza chiesti soprattutto dai cittadini, coloro i quali dovranno essere conquistati nella prossima primavera.
Qualcuno pare abbia annunciato di voler fare un passo indietro pur di creare un gruppo con le carte in regola per governare. Altri, anche in casa PD, sembrerebbero decisi ad “esserci” a tutti i costi pur sapendo di esser scomodi e poco graditi, in casa e fra gli ipotetici alleati.
E’ chiaro, oramai, che le alleanze ed il prossimo futuro di San Giovanni Rotondo si giocheranno in gran parte in funzione degli “uomini in campo”.
G.P.