Comunicazione ipocrita
A cura del dottor
Mauro Mangiacotti
Psicologo e Psicoterapeuta
Pochi giorni fa si è consumata a largo di Crotone l’ennesima tragedia in cui diverse persone tra cui anche dei bambini hanno perso la vita in mare.
Purtroppo ci stiamo quasi abituando a queste morti perché li consideriamo ormai dei fatti ordinari.
Ma cosa c’è di accettabile quando degli esseri umani muoiono annegati?
Si sente sempre più spesso sia a livello istituzionale che per strada utilizzare un linguaggio che di serio e credibile non ha nulla perché manca di approfondimenti critici.
Facciamo qualche esempio…
“Bisogna evitare che i migranti si imbarchino così non avremo più morti in mare”
Se analizziamo questa comunicazione si sottintende che noi europei non è che ce ne laviamo le mani ma anzi vogliamo aiutarli a casa loro. Noi europei siamo persone per bene, civili e cristiane. Siamo così umani che vogliamo evitare che perdano la vita in mare!
Quanta ipocrisia sapendo con certezza che queste persone vivono dei drammi inenarrabili nei paesi d’origine da cui fuggono e subiscono ogni sorta di violenze nei punti di imbarco.
“Tutti qui devono venire: mica possiamo ospitarli tutti”
Se svisceriamo questa comunicazione, si sottintende che queste persone desiderino approdare in Italia e restarci a vivere. Noi italiani mica non li vogliamo ospitare, non li possiamo ospitare tutti!
Quanta ipocrisia sapendo con certezza che tanti di questi profughi sfidano il mare per potersi ricongiungere ai loro cari sparsi in Europa.
È così che si crea una narrazione efficace dove noi occidentali confermiamo a noi stessi che siamo un popolo con alti valori civili e morali tra cui spiccano accoglienza e solidarietà. Questo modo di percepire la realtà ci rasserena cognitivamente e ci tiene a riparo da implicazioni emotivamente destabilizzanti. In fin dei conti noi vogliamo aiutarli!
Concludo questo mio intervento sottolineando, oltre alla mancanza di onestà intellettuale nelle argomentazioni, l’assenza di empatia e di coinvolgimento emozionale. Questo nostro atteggiamento è dovuto al sentire non appartenenti a noi questi esseri umani.
Se tra quei naufraghi ci fosse un tuo amico o un tuo familiare faresti le stesse considerazioni utilizzando quel tipo di comunicazione e avresti lo stesso atteggiamento emotivo?
A ognuno la sua riflessione.