Salute Mentale: ripartiamo da qui!
A cura della dottoressa Maria Erika Di Viesti
Psicologa clinica e della salute
Formata in Psicodiagnostica clinica e forense e Neuropsicologia clinica e riabilitativa
Il 10 Ottobre si è celebrato il World Mental Healty Day, ovvero la Giornata Mondiale della Salute Mentale!!
Ma cosa intendiamo per salute mentale? Ce ne prendiamo davvero cura? Sappiamo di cosa parliamo, o siamo chiusi ancora in stereotipi e pregiudizi legati alla sua entità? Resiste ancora lo stigma legato alla pazzia?
Dobbiamo concettualizzare che la Salute mentale è parte integrante della salute e del benessere a tutto tondo (emotivo, psicologico e sociale). Nel caso specifico, la salute mentale risponde ad alcuni determinanti quali la gestione delle proprie emozioni, i propri pensieri, i comportamenti, le relazioni con gli altri, il proprio vissuto, fattori sociali, culturali ed economici. L’esposizione poi ad alcune avversità della vita fa sì che questa a volte possa vacillare…
La qualità della salute mentale è quindi misurata sulla capacità delle risposte agli eventi stressanti e sulla misura in cui una persona riesce a rispondere agli stress quotidiani.
Lo stato di salute mentale di una persona ha un importante impatto sulla qualità della vita perché questa può senza dubbio aiutare ad esprimere i propri potenziali, ed inoltre è correlata ad una migliore situazione fisica (è dimostrato che persone che hanno una buona qualità del proprio stato mentale godono di una migliore salute fisica!). D’altra parte invece, una cattiva salute mentale può esporre a un maggior numero di problematiche come ad esempio disturbi del sonno, aumento dello stress, problemi cardiaci o vascolari in genere, abuso di sostanze psicoattive. Se dunque la salute mentale non viene presa in considerazione, o peggio tralasciata, si va incontro ad una sofferenza che poi andrebbe ad investire anche la propria sfera di vita sociale e personale, con riversamenti anche sulla propria autostima con un maggiore rischio di venirne sopraffatti!
A cosa possiamo prestare attenzione per capire quando c’è un problema?
Al sonno: dormo troppo o troppo poco?
Alla vita sociale: tendo ad isolarmi dalle persone, anche quelle di sempre? Ho perso interesse verso hobbies e attività che erano la normalità?
All’umore: troppo basso o troppo alto?
Alla presenza di dolori inspiegabili.
All’avere poche energie, sentirsi spenti, poco attivi, demotivati e con bassa autostima.
Una volta passato questo step, una volta consapevolizzato il proprio problema, chiedere aiuto è la migliore delle soluzioni. È ancora tanto difficile ammettere a sé stessi l’esistenza di queste malattie invisibili? Perchè se ci rompiamo un dito andiamo dal medico e invece se non credo in me stesso, se non riesco a superare dei traumi, se non riesco ad affrontare degli step nella vita, se mi sento bloccato, se mi sento troppo arrabbiato o troppo triste credo che mi basti una pacca sulla spalla per far passare tutto? O perché in quel caso si crede di potercela fare da soli e invece il gesso ce lo deve mettere il professionista?
Vorrei che tutte queste domande fossero spunto di riflessione e non dei punti interrogativi a cui io possa o debba darvi una risposta.
Nonostante ci rendiamo conto che i numeri, soprattutto negli ultimi anni, siano altissimi per quanto riguarda i disagi psicologici, ci rendiamo conto che attorno alla salute mentale ruotano ancora un sacco di pregiudizi. “Non ho bisogno di andare da uno psicologo, non sono pazzo!” – sento spesso – … … “Posso farcela da solo…”, “Parlo già con i miei amici, ne ho tanti che mi ascoltano…”
Utilizzando questo metodo poi quindi l’avete risolto il problema? L’avete compreso? Siete riusciti ad affrontarlo e ad ammetterlo a voi stessi? Vi siete confrontati con voi stessi, messi in discussione, migliorati?
L’obiettivo di questo articolo voglio che sia forse più di tutto superare la difficoltà del chiedere aiuto quando si tratta di salute mentale. Dove imparare a dare importanza al vostro dolore, a non sottovalutare questi problemi. Non isolatevi, non vergognatevi di apparire deboli. Fate quello sforzo in più, dovete reagire al problema, al dolore. Datevi la possibilità di andarvi a prendere quegli strumenti necessari per affrontare il vostro problema in maniera sana e costruttiva.
È quando le problematiche personali diventano invalidanti, ovvero rendono difficile vivere bene, che diviene indispensabile ascoltare quel campanello d’allarme e prendersi cura della propria salute mentale.
Abbiate il coraggio di prendere in mano le vostre emozioni e i vostri vissuti, abbiate il coraggio di andare a cercare quel pezzo del puzzle che manca per completare il disegno. Fate il primo passo, condividete il vissuto. Accettatelo. Trasformatelo.
Così come il bruco diventa farfalla.
Così come il nodo in gola diventa respiro. Coraggio, vogliatevi bene.