Pavlov e lo studio dei riflessi istintivi
A cura del dottor Antonio Pio Longo
Psicologo del lavoro e delle organizzazioni
Con l’articolo di oggi si conclude la nostra serie di approfondimenti dedicata allo studio dell’apprendimento attraverso le teorie e gli esperimenti più famosi svolti dagli psicologi nel corso del secolo scorso, il 1900.
Oggi andremo nella Russia comunista dei primi del ‘900 a conoscere uno scienziato premio Nobel per la medicina di nome Ivan Pavlov. Nel corso della storia della psicologia, non sono tante le teorie che hanno avuto un impatto tanto profondo quanto il condizionamento operante di Burrhus Frederic Skinner, di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente e la riflessologia di Ivan Pavlov. Entrambi gli scienziati, sebbene operanti in epoche e contesti differenti, hanno contribuito a formare il pilastro del comportamentismo, offrendo preziose intuizioni sul modo in cui gli esseri viventi apprendono e adattano il loro comportamento in risposta agli stimoli ambientali. Una differenza chiave tra i due è che mentre Pavlov si è concentrato sui riflessi involontari e le risposte automatiche agli stimoli, come vedremo più avanti, Skinner ha esaminato il comportamento attivo e come questo possa essere modificato attraverso rinforzi e punizioni usate volontariamente con lo scopo di modellarlo e modificarlo.
Il lavoro di Skinner e Pavlov ha posto le basi per lo sviluppo di molte teorie nell’apprendimento. Ad esempio, il concetto di apprendimento osservativo/emulativo di Albert Bandura, che abbiamo visto nel primo articolo di questa serie, si basa sui principi del comportamentismo, introducendo l’idea che possiamo apprendere nuovi comportamenti semplicemente osservando gli altri.
Ivan Petrovich Pavlov (1849-1936) è stato un fisiologo russo la cui ricerca innovativa sulla riflessologia e i riflessi condizionati gli ha valso il Premio Nobel per la Fisiologia o Medicina nel 1904. Visse attraverso la rivoluzione russa del 1917 e l’ascesa del comunismo, che criticò apertamente. Nonostante le sue critiche al regime, il governo sovietico riconobbe il valore del suo lavoro e continuò a finanziare le sue ricerche, sebbene con qualche tensione. Dalla sua formazione in fisiologia ha importato l’oggettività e il rigore scientifico nello studio dei riflessi da cui il nome riflessologia.
La scoperta più famosa di Pavlov è emersa in modo quasi casuale attraverso il suo lavoro sui cani. Pavlov stava studiando la digestione e la funzione delle ghiandole salivari quando notò che i cani iniziavano a salivare non solo in presenza di cibo, ma anche in risposta a stimoli apparentemente non correlati, come il passo dei suoi assistenti. Questo lo portò a indagare ulteriormente il fenomeno, che in seguito sarebbe stato conosciuto come “condizionamento classico”. Pavlov ha scoperto che, associando un suono di campanello (uno stimolo neutro) con la presentazione del cibo (uno stimolo incondizionato), i cani iniziavano a salivare al suono del campanello da solo, trasformando il campanello in uno stimolo condizionato. Può sembrare qualcosa di banale e assodato oggi ma questo lavoro ha aperto la strada alla comprensione dei processi di apprendimento associativo già nei primi anni del ‘900. Infatti l’eredità di Skinner e Pavlov sullo studio dell’apprendimento è immensa ed ha influenzato non solo la psicologia ma anche campi come l’educazione, la terapia comportamentale e l’addestramento degli animali.
Le loro teorie hanno migliorato la comprensione di come l’ambiente e l’esperienza modellano il comportamento, offrendo strumenti pratici per promuovere l’apprendimento positivo e modificare comportamenti indesiderati. La loro ricerca ha rafforzato l’idea che, attraverso la comprensione dei principi di apprendimento, possiamo essere più efficaci nel modellare comportamenti desiderabili ed eliminare o per lo meno gestire quelli indesiderati. Mentre la ricerca in psicologia continua a evolversi, incorporando maggiormente i processi cognitivi e le influenze sociali come espressione di un passaggio ad un livello superiore della ricerca stessa, i contributi di questi due pionieri rimangono pietre miliari. Attraverso il loro lavoro, abbiamo acquisito una comprensione più profonda e completa su come l’apprendimento avviene e di come possiamo applicare queste conoscenze per influenzare positivamente il comportamento, in modo concreto, sia in contesti terapeutici sia educativi.