Conosciamo i Disturbi dell’Apprendimento
A cura della dottoressa Maria Erika Di Viesti
Psicologa clinica e della salute
Formata in Psicodiagnostica clinica e forense e Neuropsicologia clinica e riabilitativa
Oggi sentiamo sempre più spesso parlare di DSA, i Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
Per capire meglio cosa sono partiamo dalla definizione legislativa, nello specifico la legge 170 del 2010, il riferimento fondamentale normativo sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
Dunque, cosa possiamo dire in breve dei DSA. Sicuramente che sono disturbi di natura neurobiologica che coinvolgono le aree della lettura, della scrittura, dell’ortografia e del calcolo nelle quali vengono riscontrate delle difficoltà. Possiamo definirli come dei disturbi che limitano alcune capacità, che non sono affatto dovuti ad un Quoziente Intellettivo basso, che non riguardano patologie neurologiche o deficit sensoriali, ma che riguardano capacità che sono importanti nella vita quotidiana (leggere, scrivere…).
Nello specifico, i DSA sono 4:
- DISLESSIA
- DISCALCULIA
- DISORTOGRAFIA
- DISGRAFIA
La Dislessia è un disturbo specifico della scrittura, e si manifesta nella maggior parte delle volte con la mancata capacità di decodificare un testo (con conseguenti carenze anche nella lettura a volte). Il suo esordio è principalmente in età scolare (anche se i primi segni posso essere notati da un occhio attento sin dall’età prescolare). Le sue principali caratteristiche sono: la difficoltà nella consapevolezza fonologica, la difficoltà nella memoria verbale, la difficoltà di elaborazione nella velocità verbale.
La Discalculia invece determina una marcata mancanza del senso dei numeri. Così come la dislessia, anche la discalculia fa capolino poco prima o subito dopo l’inizio della scuola elementare. Le persone affette da discalculia dunque riscontrano molteplici difficoltà nell’avere a che fare con operazioni aritmetiche e concetti matematici. È definita come la mancanza del senso dei numeri proprio perché chi soffre di discalculia trova difficoltà appunto nel dare un senso ai numeri e a tutte le operazioni e i concetti che gli girano intorno!
Alcuni studi sostengono che circa il 50% della popolazione che soffre di Discalculia inoltre potrebbe presentare la compresenza di altri disturbi come la dislessia o altre patologie come per esempio l’ADHD (Sindrome da Deficit dell’Attenzione e dell’Iperattività).
La Disortografia invece è la mancata capacità di di tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in grafemi scritti ( esempio palese è l’incapacità di eseguire un dettato). Anche questo non dipende da una problematica che concerne il quoziente intellettivo della persona, ma piuttosto potrebbe essere associato ad una difficoltà del linguaggio o a scarse capacità di percezione uditiva e visiva (spesso vediamo come nella disgrafia vengono confusi tra loro dei suoni, come la F utilizzata al posto della V, o è improprio l’uso dell’H o dell’accento). Anche qui vediamo come la Disortografia potrebbe essere associata ad altre patologie, come ad esempio la Disprassia, l’ADHD o l’Ansia.
Infine vi è la Disgrafia, e cioè quella difficoltà che si manifesta nel riprodurre i segni alfabetici e numerici (riguarda dunque non le regole ortografiche ma prettamente il grafismo). Possiamo definirla come “quel disturbo dell’apprendimento che colpisce la scrittura a mano”. La persona disgrafica è lenta nello scrivere, esegue segni grafici irregolari, spesso non ha la concezione dello spazio su di un foglio, e ha problemi a mantenere una linea di scrittura diritta.
Questo è stato un breve viaggio conoscitivo attraverso i Disturbi dell’Apprendimento di cui oggi sempre più spesso si sente parlare, soprattutto in ambito scolastico.
Difatti per i bambini o ragazzi che, dopo una attenta valutazione diagnostica eseguita da un equipe esperta (neuropsicologo, neuropsichiatra, logopedista…) ricevono una diagnosi di DSA, si assegnano e stilano in ambito scolastico i PdP (Piani didattici Personalizzati) al fine di garantire una formazione personalizzata sulla base di certificate difficoltà e soprattutto per fornire i necessari strumenti compensativi per agevolare il percorso di studi.
I DSA dunque non si curano, perché non sono patologie, ma questo non vuol dire che non ci sia nulla da fare, ma bisogna comprendere invece che le difficoltà che il disturbo porta possono essere superate nel quotidiano se appoggiate dalla conoscenza e dagli strumenti adatti.
Cercare dunque le strategie e gli strumenti compensativi più adatti ad ogni bambino o ragazzo possono aiutarlo a non sentire le difficoltà legate all’apprendimento, possono migliorare la sopportazione del “peso” dell’insuccesso e possono alleviare il forte senso di disagio spesso associato alle aspettative.
Per concludere, è necessario inoltre educare al rispetto della diversità, far comprendere che se un bambino non legge o scrive bene non vuol dire che non sia intelligente, ma che ha solo una difficoltà che insieme si può superare.