Le basi dello stato di salute del neonato
L’importanza dei primi momenti di vita: dal concepimento al primo mese di adattamento all’ambiente
A cura della dottoressa Valentina Turco
Psicologa e Psicomotricista Funzionale
Il 3 dicembre si è celebrata la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, con la quale siamo chiamati a riflettere sull’importanza di costruire una società inclusiva fin dalle prime fasi della vita. Questo ci riporta all’importanza cruciale delle basi dello stato di salute del neonato, fondamentali per il suo sviluppo futuro. Garantire al neonato un ambiente sano e un’assistenza adeguata fin dai primi momenti di vita non solo favorisce una crescita armoniosa, ma contribuisce anche a prevenire condizioni che potrebbero influire sulla qualità della vita. Lo stato di salute del neonato si costruisce attraverso la cura della gravidanza, il parto sicuro e il monitoraggio attento nei primi mesi, gettando le fondamenta per un percorso di sviluppo fisico, motorio e cognitivo ottimale.
Lo sviluppo psicomotorio del bambino nel primo anno di vita è un processo straordinariamente rapido e complesso, che include tappe fondamentali di sviluppo e crescita.
Ma, facendo ancora un passo indietro, dal concepimento alla nascita, durante i 9 mesi di gravidanza l’evoluzione del feto già rappresenta uno dei processi biologici più straordinari, con cambiamenti significativi che avvengono in un tempo relativamente breve, 40 settimane. Ogni mese segna tappe fondamentali nello sviluppo che trasformano un’unica cellula in un organismo complesso pronto per la vita extrauterina: un bambino. Ogni fase è cruciale e sincronizzata, mostrando la straordinaria rapidità e precisione della vita prenatale. In questo processo di sviluppo tanto veloce quanto delicato, lo stato di salute della mamma e il suo vissuto, hanno un forte impatto sulla vita dell’embrione tanto da rappresentare il primo indice dello stato di salute psicomotoria del neonato. Ogni eventuale complicanza intervenuta durante la gravidanza può avere un effetto sulla salute del bambino.
Il parto segna l’inizio dell’adattamento alla vita extrauterina. Durante il travaglio e il parto, il neonato subisce importanti stimolazioni sensoriali che favoriscono l’attivazione di circuiti neuronali essenziali per il controllo motorio e la sopravvivenza. Subito dopo la nascita, il neonato è sottoposto a valutazioni come il punteggio di Apgar, che misura parametri vitali quali:
- Respiro
- Battito cardiaco
- Tono muscolare
- Riflessi (come il pianto e la risposta agli stimoli)
- Colorito
Queste prime ore di vita sono fondamentali per avviare le funzioni autonome e per instaurare il contatto con la madre, che stimola l’attaccamento e la regolazione emotiva.
Il primo mese di vita è un periodo di adattamento: il neonato è principalmente dominato da riflessi innati che lo aiutano a interagire con l’ambiente e a soddisfare i suoi bisogni primari.
Questi riflessi primari, fondamenta dello sviluppo, sono risposte automatiche e involontarie agli stimoli che il neonato presenta sin dalla nascita, sono essenziali per la sopravvivenza e costituiscono le basi per lo sviluppo motorio futuro. Tra i più importanti troviamo:
- Riflesso di suzione
Permette al neonato di nutrirsi. Si attiva quando qualcosa tocca il palato o la bocca. - Riflesso di Moro
Una risposta a un improvviso rumore o perdita di equilibrio, che consiste nell’apertura delle braccia seguita dal loro ritorno verso il corpo. - Riflesso di prensione
Quando si stimola il palmo della mano, il bambino chiude le dita in una presa. - Riflesso tonico asimmetrico del collo (ATNR)
Quando la testa gira da un lato, il braccio e la gamba dello stesso lato si estendono, mentre quelli opposti si flettono. - Riflesso di deambulazione automatica
Se sorretto verticalmente e con i piedi che toccano una superficie, il bambino compie movimenti simili a passi.
Questi riflessi gradualmente si integrano entro i due mesi di vita per lasciare spazio a movimenti volontari e coordinati, segno della maturazione del sistema nervoso centrale.
A partire dal giorno della nascita il bambino avrà un’età anagrafica, a questa si affiancherà un’età funzionale caratterizzata dalle sue competenze cioè tutto quello che il bambino sa fare. In caso di sviluppo psicomotorio regolare, età anagrafica e funzionale corrispondono, quando invece il bimbo non dimostra di possedere le competenze tipiche dell’età anagrafica è necessario approfondire le ragioni.
Se è vero che i comportamenti del bambino sono i primi segnali ad essere osservati una volta venuto al mondo, ci sono delle situazioni che riguardano la gravidanza e il parto che, potenzialmente, potrebbero essere causa di difficoltà o ritardi nello sviluppo del bambino. Il fatto che il bambino appartenga a una di queste categorie che approfondiremo nel prossimo appuntamento, non rappresenta mai una diagnosi ma deve essere inteso come una situazione di rischio che merita un’attenzione particolare. Una visita precoce rappresenta l’intervento preventivo che, dopo i controlli ospedalieri e pediatrici che seguono la nascita, ha l’obiettivo di valutare le competenze generali psicomotorie del bimbo e il corretto progredire delle tappe evolutive.
Ma allora i ritardi dello sviluppo psicomotorio possono essere contenuti o addirittura prevenuti?
In moltissimi casi la risposta è Si grazie ad un intervento precoce e una visita nei 3 trimestri successivi alla nascita: questo perché si realizzano in questi mesi le tappe fondamentali dello sviluppo del nostro bambino! Se età anagrafica ed età funzionale non corrispondono si può intervenire proponendo attività di facilitazione con esercizi specifici mirati ad allineare età anagrafica e funzionale.
Spero che queste informazioni condivise siano state utili e stimolanti, nel prossimo appuntamento parleremo più nel dettaglio di quali sono le situazioni a rischio e i campanelli di allarme nella crescita psicomotoria del neonato.