“Nostalgico sogno di Natale”… piccole riflessioni in rima
A cura della dottoressa Maria Erika Di Viesti
Psicologa clinica e della salute
Formata in Psicodiagnostica clinica e forense e Neuropsicologia clinica e riabilitativa
C’era una volta un mondo felice,
fatto di poco, e fatto di luce.
Credo non esistesse nemmeno la tristezza,
né tantomeno vi era traccia di amarezza.
Intorno c’era solo bianco e
le impronte di un uomo che tornava stanco.
Tutti i bambini erano buoni,
gli alberi si riempivano di milioni e milioni di doni.
Tante erano le richieste,
tanti i sogni e la fantasia:
dov’è finita ora, dov’è volata via?
Trenini di legno, bambole di pezza…
chiudete gli occhi e provate ora ad immaginare:
ma non la vedete voi ora un po’
quella tristezza
di cui prima vi stavo a raccontare?
Ah si, forse anche un po’ di amarezza in tutta franchezza.
Il soldatino ha lasciato posto al telefonino,
il profumo delle bambole si è perso
tra mille e mille scatole,
piene di trucchi e vaporizzatori,
perché forse sapete, ci fanno sentire migliori.
E la calza della Befana piena di dolci?
Forse si è persa,
come un vaso cade e si ritrova in cocci.
In quel paese dove profumava la felicità,
la neve fuori quei piedi grandi infossati
più non ha;
perché quell’uomo che portava regali e sogni
oggi non sa più che fare
di fronte alle richieste di frivoli bisogni.
E così accende di fronte al camino una candela,
dove sempre e comunque, in quella luce,
il Natale si svela.
Buon Natale a tutti!