Il pensiero critico contro le fake news

A cura del dottor
Antonio Pio Longo
Psicologo del lavoro e delle organizzazioni
Viviamo in un’epoca caratterizzata da un sovraccarico di informazioni, in cui la capacità di distinguere tra fatti e opinioni, tra verità e manipolazione, è diventata essenziale. Il pensiero critico è la nostra arma migliore contro la disinformazione, le fake news e le decisioni impulsive.
Ma cosa significa realmente “pensare in modo critico”?
E soprattutto, è una dote innata o una competenza che possiamo sviluppare?
Il pensiero critico è una soft skill fondamentale, un’abilità trasversale che ci permette di analizzare situazioni in modo razionale, prendere decisioni consapevoli e adattarci ai cambiamenti con flessibilità mentale. Il pensiero critico può essere definito come la capacità di analizzare, valutare e interpretare informazioni in modo oggettivo, evitando bias cognitivi e trappole mentali. Secondo il filosofo John Dewey, il pensiero critico non è solo una reazione istintiva, ma un processo riflessivo che ci porta a esaminare le prove, considerare alternative e formulare giudizi ponderati. Le ricerche in psicologia cognitiva mostrano che il cervello umano è soggetto a numerosi bias cognitivi, ossia distorsioni sistematiche del pensiero che ci portano a prendere decisioni errate. Ad esempio le bias di conferma, cioè tendiamo a cercare e dare maggior peso alle informazioni che confermano le nostre convinzioni preesistenti e l’effetto Dunning-Kruger che descrive come chi ha meno competenze in un determinato ambito tende a sopravvalutare la propria conoscenza, mentre chi è più esperto tende a sottovalutarsi. Il pensiero critico ci aiuta a contrastare questi meccanismi automatici, rendendoci più consapevoli e razionali nelle nostre scelte.
Se il pensiero critico non è innato, come possiamo allenarlo?
Ecco due strumenti semplici e pratici per potenziare questa capacità.
Il primo strumento viene direttamente da Socrate, ed è appunto il metodo socratico che consiste nel porsi le domande giuste. Socrate era noto per il suo approccio dialogico, in cui poneva domande strategiche per far emergere contraddizioni nel pensiero del suo interlocutore. Applicare il metodo socratico significa fare tre cose principalmente: la prima è chiedersi “Perché credo a questa cosa?”. La seconda consiste nell’analizzare le fonti: “quali prove supportano questa affermazione? La terza è considerare le alternative: “Esistono punti di vista diversi?”
Il secondo strumento è chiamato il diario delle convinzioni. L’obbiettivo di questo strumento è quello di analizzare le proprie credenze e i propri bias cognitivi. Anche questo ha tre fasi principali. Prima fase è quella di scrivere ogni giorno, una tua convinzione forte su un tema. In seguito cerca tre prove a favore e tre contro e dopo una settimana, rifletti: le tue opinioni sono cambiate? Charles Darwin era noto per prendere nota soprattutto delle prove che contraddicevano le sue teorie, per evitare l’errore del bias di conferma.
Il pensiero critico è una bussola essenziale per orientarsi in un mondo complesso e ambiguo. Svilupparlo significa acquisire la capacità di analizzare informazioni con lucidità, mettere in discussione le proprie credenze e prendere decisioni più consapevoli. In un’epoca in cui le fake news si diffondono rapidamente e le opinioni si trasformano in dogmi, allenare il pensiero critico non è solo utile, ma necessario. Allenare il pensiero critico non significa solo essere più logici, ma diventare più aperti, creativi e consapevoli dei meccanismi della nostra mente. Ogni giorno siamo bombardati da informazioni, ma la vera sfida è filtrarle, comprenderle e metterle in discussione con intelligenza.
Per usare le parole di Bertrand Russell…
Molte persone preferirebbero morire piuttosto che pensare.
E infatti, molte lo fanno.
Bertrand Russell