Chi sono Io? Bambini alla ricerca della propria Unicità
A cura della dottoressa Pamela Longo
Psicologa e Psicoterapeuta
Nel presente articolo, riporto una traccia del mio intervento tenuto durante il convegno “Il bambino prima della diagnosi” organizzato dal “Centro Clinico Ipsum” insieme al “Ruolo Terapeutico” e la “Knowk”, il 16 novembre 2019, a Foggia.
“Non sono capace!”
“Non sono Bravo”
“Io non sono in grado di farlo”
“Sono scemo”
“Sono terribile”
Queste solo alcune delle frasi, che nel mio lavoro con i bambini, sento ripetere sempre più spesso, accompagnate da una mimica facciale che comunica tristezza, inadeguatezza e una profonda rassegnazione. Se l’adulto di rifermento è fondamentale nella costruzione dell’immagine che il bambino fa di sé e della propria identità, allora credo che l’adulto debba riacquistare la consapevolezza circa il proprio ruolo.
Ed è proprio per questo che vorrei incentrare il mio intervento sul valore della comunicazione e sull’utilizzo dell’osservazione quale strumento principe per restituire al bambino un’immagine positiva di sé stesso, quale individuo ricco di risorse e portatore di unicità.
Se ripensiamo a quanto accade a casa o a scuola, ci accorgiamo della tendenza, direi tutta umana, nel porre maggiore attenzione a quegli eventi poco piacevoli piuttosto che a quelli che pensiamo essere più vicini alla normalità. Questa attenzione, unitamente ai richiami e alle energie impiegate affinché il bambino assomigli sempre più a quanto ci aspettiamo, restituisce al bambino stesso l’idea d’essere visto principalmente per ciò che in lui non va, e a lungo andare egli costruisce l’idea di sé stesso come bambino cattivo e incapace.
Ma ogni bambino è portatore di un enorme bagaglio di risorse, che fatichiamo a riconoscere poiché magari si discostano dagli standard socialmente richiesti o da quelli che avremmo voluto, impedendo di vedere la ricchezza che ognuno ha in sé.
Genitori e insegnanti possiedono uno strumento fondamentale per riconoscere il potenziale insito in ogni bambino, l’osservazione, che indipendentemente dalle difficoltà che ognuno può incontrare nel proprio processo di crescita e di apprendimento, permette di scorgere tutti gli elementi di forza e le risorse di cui ognuno è portatore. Attraverso poi una comunicazione consapevole, che rispetti i bisogni e le paure dell’altro avremo aiutato i bambini e i loro genitori a sentirsi e vedersi positivamente, anche attraverso i nostri occhi.
Anche nel processo diagnostico e valutativo l’obiettivo non è attribuire un’etichetta diagnostica fine a sé stessa, ma una valutazione realmente utile e necessaria è quella che tenga conto sì delle difficoltà di ognuno, ma che vada alla ricerca delle risorse e delle potenzialità, come punti di partenza per rafforzare l’immagine del bambino e fornire lui tutti gli strumenti e un ambiente di apprendimento che utilizzi le sue risorse per colmare le difficoltà. Creare un ambiente che parta dalle risorse uniche di ognuno, che le valorizzi e le rispetti per restituire ad ogni bambino e ai loro genitori, l’immagine di sé come bambini e adulti competenti.
Una valutazione che guarda alla diversità, intese come unicità e potenzialità!