Il ruolo delle Aspettative
A cura della dottoressa Pamela Longo
Psicologa e Psicoterapeuta
Dopo essermi imbattuta in questa simpatica vignetta trovata sul web, ho avuto modo di riflettere sul ruolo giocato dalle aspettative.
Molte volte accade, come per esempio nell’immagine di cui sopra, che ci aspettiamo che le cose vadano in un certo modo spostando l’attenzione da sé stessi a qualcosa fuori da sé. Questo sembrerebbe avere un effetto rassicurante, come se la responsabilità degli eventi fosse da imputare a qualcosa d’altro o ad altri ma non a sé stessi.
Certo, in alcuni casi, come l’anno appena trascorso ci hanno permesso di osservare da vicino, quanti e quali, possano essere i limiti dell’agire dell’uomo, e le speranze nutrite verso il nuovo anno, sembrano avere il sapore della voglia di rinascita.
Ma può un anno da solo, essere in grado di sistemare le cose?
E se fosse solo l’anno a rimettere insieme i pezzi, dove sarebbe la libertà dell’uomo stesso di agire secondo le proprie volontà e/o responsabilità?
Ci sono sicuramente degli eventi o situazioni verso i quali l’iniziativa personale è “limitata”, ma è pur vero che se ci aspettiamo che le cose vadano come pensiamo rischiamo di perdere la nostra libertà di scegliere o non vivere realmente quanto accade.
E qui mi ricollego ad un’altra sfaccettatura delle aspettative. Quello che molto spesso accade nelle relazioni o nelle situazioni di vita quotidiana, dove magari ci si aspetta che qualcuno si comporti in un certo modo, piuttosto che accada una certa cosa, o che qualcun altro diventi ciò che noi desideriamo.
Ebbene, qui il rischio che corriamo è che proiettando sull’altro o su un evento le nostre aspettative, e non potendone avere il controllo, rischiamo di non “vedere” quello che l’altro realmente è, perché la nostra attenzione posta a quello che l’altro dovrebbe essere, ci farà avvertire tutte le mancanze rispetto a quello che avevamo progettato per lui, perdendo di vista l’unicità di cui l’altro è portatore.
Ciò potrebbe causare frustrazione in noi stessi per un’aspettativa delusa e nell’altro che è in relazione con noi, perché non avrebbe il privilegio d’essere vissuto e riconosciuto per quello che è. Questo, oltre ad essere vero per le persone, lo è anche per le situazioni e gli eventi che ci circondano.
Un esempio che mi piace riportare è quello delle aspettative di un genitore nei confronti del proprio figlio. Se io mi aspetto che mio figlio diventi un abile calciatore, e muovo tutte le mie risorse affinché lui lo sia, ma al tempo stesso le sue abilità fanno sì che lui invece diventi un eccezionale pugile, il rischio che si corre è che il genitore possa sentirsi frustrato perché tutte le sue energie per far sì che il figlio diventi quello che desidera vengano vanificate, d’altro canto il genitore troppo impegnato a vedere quanto manca al figlio per diventare quell abile calciatore, e quindi impegnato sullo scarto tra ciò che è e ciò che vorrebbe che fosse, non gli permetterebbe di vedere l’abilità del figlio stesso nelle sue doti naturali e forse, il figlio, sarebbe “costretto” a vivere la propria vita per non disattendere le aspettative di chi ama.
Questo solo è un esempio, qui anche estremizzato, ma se proviamo a riflettere…
Quante volte è accaduto di vivere secondo le aspettative altrui, dimenticando le nostre?
Quante volte per non deludere l’immagine che “gli altri” si aspettano, abbiamo messo in disparte il nostro modo di essere?
Si potrebbe continuare, ma credo che la riflessione si sia già fatta strada ed ognuno di noi potrà trovare dentro di sé le proprie risposte …
Allora, il mio augurio per questo nuovo anno, è che ognuno possa vivere, libero dalle gabbie delle aspettative altrui, talvolta limitanti, secondo il proprio desiderio di Scegliere ed Essere.