“È assurdo vaccinare uno psicologo di 35 anni” secondo il Presidente Draghi: facciamo chiarezza
A cura della dottoressa Adelaide Clara Capuano
Psicologa clinica e della salute
Durante la conferenza stampa dell’8 aprile 2021 il Presidente del Consiglio dei Ministri ha esordito dicendo che reputa assurdo vaccinare uno psicologo di 35 anni. Ha voluto sottolineare come la priorità vada data agli anziani che durante questa pandemia sono la fascia che purtroppo rischia e ha rischiato di più, la fascia d’età nella quale purtroppo si sono registrate più vittime.
Ha ragione il Presidente Draghi: la priorità va data a questa fascia oltre che alle categorie più a rischio (a prescindere dall’età), ma purtroppo ha dimenticato di sottolineare anche che gli psicologi sono operatori sanitari dal 2018 e, così come tutti gli altri appartenenti a questa categoria, hanno il diritto (e non solo) di essere vaccinati.
Tutti gli operatori sanitari hanno gli stessi diritti e non ci sono operatori sanitari di serie A e operatori sanitari di serie B.
Noi psicologi, abbiamo il diritto di essere vaccinati e non ci reputiamo affatto “salta fila” o sanitari di secondo ordine, così come ci ha definiti il Presidente Draghi, aggiungendo, per di più, che chi si sia fatto vaccinare non abbia una coscienza come se si debba quasi sentire in colpa di aver “rubato” un vaccino ad un anziano o ad una persona con patologie.
Dietro al nostro diritto ad essere vaccinati c’è molto di più: ci sono anni di battaglie per essere riconosciuti come figura sanitaria, c’è la lotta continua a non essere considerati sanitari di secondo ordine, c’è la voglia di affermare l’importanza della nostra professione in un sistema sanitario che purtroppo non ci ha mai dato spazio e modo di affermarci come tali e in un sistema sociale che per anni ci ha considerati come strizzacervelli dai quali si va solamente se si è pazzi, c’è la costante determinazione a far capire (soprattutto in questo periodo storico che stiamo vivendo) quanto sia importante il ruolo che svolgiamo per migliaia di persone che, non trovando la giusta accoglienza nel pubblico, si rifugiano nel privato.
Forse questa mia ultima affermazione potrebbe risultare molto dura se solo non la si razionalizza nel giusto modo. Perché basta vivere una comunità per capire come le problematiche esistenti non siano solo economiche, ma che dietro alle problematiche forse più evidenti del nostro Paese se ne celino altre (e non di meno importanza) di carattere psicologico alle quali Noi possiamo dare ascolto ed accoglienza. E lo facciamo perché abbiamo studiato per fare questo, abbiamo fatto master e scuole di specializzazione a pagamento per poterlo fare, abbiamo fatto anni di tirocinio non retribuito e continuiamo a formarci e a seguire corsi per essere sempre più presenti e preparati ad accogliere le richieste d’aiuto delle persone che lo richiedono.
Inoltre, collegandomi all’affermazione del Presidente Draghi, ricordo che da questo mese noi siamo anche OBBLIGATI al vaccino in quanto il rifiuto comporterebbe una sospensione senza retribuzione dal posto di lavoro fino al 31 dicembre e che tale ordinanza è stata firmata da Draghi stesso.
Infine, mi preme sottolineare come all’interno del SSN vi siano centinaia di psicologi che, al pari degli altri, rischiano di contrarre il virus a prescindere dall’età che hanno.
Io non so se quanto accaduto sia stato uno “scivolone” del nostro Presidente del Consiglio come è stato definito da molti o un errore comunicativo però sentire determinate affermazioni in diretta nazionale non è stato corretto nei confronti di una categoria sanitaria che ha lottato, lotta e lotterà sempre per essere riconosciuta come tale. Una categoria che si auspica di trovare accoglienza in questo nuovo Governo con un nuovo piano e programma sanitario che ci integri totalmente all’interno della comunità e del sistema sanitario nazionale.