L’influenza della maggioranza e il conformismo
A cura del dottor Antonio Pio Longo
Psicologo del lavoro e delle organizzazioni
In questo articolo si parlerà di un fenomeno continuamente presente della nostra vita quotidiana: l’influenza sociale. La psicologia sociale si pone come scopo applicativo quello di migliorare le condizioni di vita dell’uomo offrendo strumenti utili a studiare fenomeni come il razzismo, l’aggressività, il conformismo. Gli studi condotti su questi fenomeni hanno indubbiamente favorito la presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica delle cause sociali di questi comportamenti.
Una persona o un gruppo di persone possono esercitare influenza in modi diversi: in famiglia o nel gruppo di amici, nell’ambiente di lavoro, a livello globale, pensiamo al leader politici , alle celebrità, agli intellettuali. Anche la pubblicità fa parte della nostra quotidianità e continuamente esercita la sua influenza condizionando in qualche modo le nostre scelte, i nostri comportamenti nell’acquisto di beni ad esempio. Oggi più che di influenza sociale, si preferisce parlare di influenze sociali perché ci sono forme molto diverse di influenza.
Il primo tipo di influenza che balzò agli occhi degli psicologi sociali fu
“l’influenza maggioritaria”
Dopo la seconda guerra mondiale, infatti, fu interessante studiare come gli individui tendessero ad accettare e conformarsi alle idee di una maggioranza, anche quando queste idee sono molto discutibili in riferimento alla politica del nazi-fascismo.
L’influenza maggioritaria esercita i suoi effetti attraverso tre componenti:
UNIFORMITÀ
CONFORMITÀ
OBBEDIENZA
L’uniformità avviene quando una persona si adegua, anche inconsapevolmente, alle regole e ai comportamenti altrui, quelli più diffusi, più comuni.
Questo adeguamento, questo uniformarsi agli altri, è il risultato del processo di apprendimento in atto lungo tutto il corso della vita e che inizia dalla scuola e dalla famiglia.
La conformità è l’espressione del conformismo: una persona cambia la propria idea e si adegua agli altri perché sottoposto alle loro pressioni dirette o indirette, volontarie o involontarie.
L’obbedienza è stata oggetto di studio come parte di un altro tipo di influenza, quella autoritaria.
Questo tipo di influenza si esprime attraverso la pressione esercitata da una persona o un gruppo che occupa necessariamente un ruolo di potere riconosciuto come legittimo dalla società (A. Mucchi Faina 1996, “L’influenza sociale”).
L’educazione all’obbedienza comincia praticamente dalla nascita: i genitori, gli insegnanti, le istituzioni giuridiche, militari e politiche concordano nel ricordare all’individuo che è bene obbedire all’autorità ed è male disobbedirle, rischiando più o meno pesanti sanzioni, non ultimo il carcere.
La maggioranza, quindi, porta a un tipo di pensiero convergente e la presenza di questi processi – uniformità, conformità e obbedienza – è un aspetto importante che regola la vita sociale, politica e culturale all’interno della comunità.
Alcuni studiosi come Serge Moscovici nel 1976 avanzarono l’idea che esistesse anche una influenza minoritaria, cioè un’influenza capace di rompere il muro della maggioranza e creare innovazione invece di conformismo, un processo di influenza che porta al cambiamento invece che al controllo… ma questo tipo di influenza che nasce dalle minoranze, la vedremo nel prossimo articolo.