Dal culto della persona all’amore eccessivo per sé stessi: la differenza tra dire Io e credersi D-Io
A cura della dottoressa
Maria Erika Di Viesti
Psicologa clinica e della salute
Formata in Psicodiagnostica clinica e forense e Neuropsicologia clinica e
riabilitativa
L’amore è la considerazione per sé stessi. Più comunemente ed erroneamente utilizzato questo concetto nell’epoca moderna con il termine Narcisismo. Ma dietro questo termine vi è difatti una grande confusione.
Quando possiamo dire che questo tipo di comportamento sia sano dunque e quando patologico?
Partiamo dal mito di Narciso, caduto in uno stagno nel tentativo di abbracciare il proprio riflesso, dunque morto per il troppo amore per sé stesso. Se ci facciamo caso, spesso il termine “narcisismo” viene utilizzato con una accezione negativa, anche se in realtà il narcisismo “normale” non è altro che quell’amore e stima di sé che sono alla base della salute psicologica, delle relazioni sane e di una esistenza felice.
Ripeto, narcisismo SANO.
C’è poi però il vasto campo delle problematiche legate al narcisismo patologico, come ad esempio la forte vulnerabilità (non sembrerebbe, eh?). Un forte bisogno di grandiosità e ammirazione che celano profonde lacune interne, soprattutto a livello (udite, udite!) della stima di sé! Le persone che soffrono di disturbo narcisistico pongono sé stessi continuamente al centro, coltivando un plateale o celato bisogno di eccezionalità, sono costantemente assorbite da fantasie di successo, fascino, potere e amore ideale che si rincorre anche a costo di distruggere la persona di cui non si ha più bisogno perché non soddisfa il proprio vampirizzante desiderio di soddisfare le proprie necessità emotive.
Hanno dunque spesso relazioni difficili a causa di pretese eccessive e costante bisogno di attenzioni , ma manca di sensibilità, altruismo ed empatia.
Ma questo ripeto è un brevissimo excursus su quello che è il valore “patologico” del termine Narcisismo.
Dobbiamo anche tenere presente però che il narcisismo è una dimensione sana ed importante della personalità: tutti noi abbiamo bisogno di sentirci apprezzati dagli altri e di ottenere qualche conferma, anche piccola, che rafforzi la nostra autostima.
Questo è inteso come amore per sé stessi.
Ma molte volte, in maniera trasversale alle diverse tipologie di personalità, l’amore per se stessi rischia di essere confuso con un compulsivo evitamento della sofferenza, nell’illusoria convinzione che così facendo ci si protegge dagli “urti” della vita e si evita di sentire qualsiasi forma di turbamento emotivo.
L’amore per sé stessi, quello vero e sano, implica invece la capacità della psiche individuale di occuparsi in modo adulto degli aspetti di sofferenza e vulnerabilità della propria persona. Tutti noi manteniamo però, in maniera inconscia, un lato “bambino” che è sì in grado di approcciare alle esperienza in maniera giocosa, creativa e impulsiva, ma è anche quello che esprimiamo nei momenti di maggiore paura e ansia, quando cioè ci sentiamo emotivamente vulnerabili.
Concludo dicendo che AMARSI è forse il fondamento più prezioso del nostro benessere psicologico.
Questo modo di vivere garantisce la nostra sopravvivenza sia fisicamente che emotivamente. È questa l’autostima che ci permette di far fronte agli alti e bassi della nostra vita e della società. Alle volte però abbiamo la sensazione che amare sé stessi e riconoscersi meriti “ad alta voce” sia sbagliato. Crediamo che così facendo corriamo il rischio di apparire agli occhi degli altri presuntuosi, egoisti, e appunto narcisisti.
La verità è che essere altruisti, nobili d’animo e umili è necessario, e che per avere una buona salute mentale questi devono camminare a braccetto con rispetto di sé, fiducia in sé stessi, stima e dignità personale. In conclusione… …
Dire Io non è peccato.
Credersi D-Io forse un po’ si.