Il triangolo sì!
A cura della dottoressa Pamela Longo
Psicologa e Psicoterapeuta
Nella settimana più romantica dell’anno, in cui la parola Amore è tra le più pronunciate, proviamo a dare uno sguardo a questo tema dibattuto sin dall’antichità, origine del mondo e forse tra quelli avvolti ancora da un alone di mistero proprio perché risulta difficile definirlo attraverso l’esclusivo lume della ragione.
Robert J. Sternberg, psicologo americano, ha teorizzato* un modello triangolare dell’amore, nel quale l’autore rintraccia delle componenti presenti nelle relazioni d’amore e ne descrive le possibili interazioni.
Le componenti, secondo Sterneberg sono: passione, intimità e progettualità.
La presenza di tutte e la loro interazione, darebbe origine all’amore completo. Ma vediamole un po’ più da vicino.
La passione, riguarda gli aspetti più impulsivi e profondi della storia d’amore e ha a che fare con l’intensità della relazione. Dalla passione originano le dinamiche relative al sesso, alla gelosia e all’angoscia abbandonica.
L’intimità, riguarda il livello di vicinanza, di condivisione di sentimenti e pensieri tra partner. L’intimità nasce dall’autosvelamento, in cui il partner si apre e svela all’altro delle parti di sé non a tutti note.
La progettualità, la componente più razionale, riguarda le motivazioni e la decisione dello stare con quella persona. La progettualità potrebbe essere distinta in decisione, di iniziare una relazione con quel partner e impegno, ovvero mantenere nel tempo la relazione stessa, crescendo insieme e superando i momenti di difficoltà.
Sternberg ritiene che dalle possibili combinazioni di queste componenti derivino diversi tipi di “amore”:
Simpatia: una relazione caratterizzata dall’intimità, ovvero dalla confidenza e condivisione, che per le sue caratteristiche potrebbe essere paragonata e possiamo ritrovare nelle relazioni amicali.
Infatuazione: caratterizzata dalla passione, tipica dell’amore a prima vista che si sviluppa rapidamente e rischia di terminare con una disillusione. Infatti, in questo caso non vi sarebbe una reale conoscenza tra i partner, ma una idealizzazione dell’altro che potrebbe incappare nelle prime difficoltà quando i partner si confrontano con la realtà.
Amore vuoto: caratterizzato dalla progettualità, per cui i partner deciderebbero di impegnarsi nella relazione pur in mancanza di intimità e passione. La decisione di proseguire la relazione si baserebbe prevalentemente su ragioni pratiche.
Amore-amicizia: caratterizzato dalle componenti intimità e progettualità, nel quale la componente passionale potrebbe svanire o addirittura potrebbe non essere mai esistita.
Amore romantico: caratterizzato da intimità e passione, in cui l’influenza di fattori e circostanze esterne impedirebbero lo sviluppo della componente progettualità nel rapporto.
Amore fatuo: caratterizzato da passione e progettualità, dove l’impegno deriverebbe dalla passione senza una reale condivisione e conoscenza tra i partner, tipico dei matrimoni dettati dall’impulsività.
Amore perfetto o completo, nel quale le tre componenti vengono nutrite da entrambi i partner. Questa condizione sognata da molti sarebbe di più difficile raggiungimento, ma come direbbe Sternberg: “Difficile, non impossibile!”
Lungi dal voler categorizzare un sentimento così complesso attraverso una teorizzazione, prendo spunto dalle argomentazioni di Sternberg per ripensare a quanto sia importante avere un maggior contatto con sé stessi e sapersi ascoltare per poter riconoscere in maniera profonda il nostro reale sentire affinché ci guidi nel nostro percorso di vita, anche all’interno di una coppia.
Le relazioni sono per definizione complesse, nascono e crescono dall’incessante intrecciarsi delle dinamiche di ognuno, pertanto una buona consapevolezza di sé consente di seguire, senza lasciarsi travolgere o soccombere, il ciclo vitale del rapporto, ma anche la naturale evoluzione o il cambiamento dei singoli partner.
Avere un buon rapporto con le proprie emozioni e una sufficiente consapevolezza di sé consente di affrontare con maggiore serenità anche le tempeste più burrascose, come quelle dei momenti di crisi.
*Sternberg R., Barnes M.L. (1990), La psicologia dell’amore. Milano: Bompiani.