Uno sguardo al conflitto
A cura della dottoressa Pamela Longo
Psicologa e Psicoterapeuta
Mentre a pochi chilometri da noi, stiamo assistendo alle più infauste conseguenze di una guerra, conseguenza di un conflitto distruttivo che si esprime nelle forme più violente ed aggressive, vorrei porre oggi l’attenzione su questo tema quanto mai attuale, per poi nei prossimi appuntamenti approfondire le varie tipologie di conflitto e le conseguenze che possono derivarne.
Il vocabolo CONFLITTO in italiano è una parola che riprende il latino conflictus derivato dal verbo confligere, composto di “cum”, con, e “fligere”, urtare, sbattere contro.
Il prefisso cum implica che l’urto non sia unilaterale, ma coinvolga almeno due parti, cioè che sia una lotta, un combattimento. Il valore certamente più generale e onnicomprensivo del termine è oggi quello di scontro, che può avvenire all’interno dello stesso individuo o tra individui, gruppi, popoli e addirittura culture.
Sebbene i conflitti siano inevitabili in qualsiasi contesto della vita quotidiana, poiché la quotidianità è intrisa di relazioni, la possibilità di prevenirli e riconoscerli, consente di poterli gestire e risolvere in una chiave propositiva. Se osservati da una prospettiva differente, aldilà della connotazione negativa con quale vengono vissuti, i conflitti rappresentano delle occasioni importanti di crescita individuale, e in taluni casi rappresentano la possibilità di migliorare le proprie relazioni attraverso un’attenta analisi del conflitto stesso.
Una prima distinzione, va fatta tra conflitto e contrasto, spesso utilizzato come sinonimo, laddove il primo agisce a livello relazionale, mentre il secondo resta sul piano dei contenuti, per cui vi è una divergenza di opinioni o di vedute.
I due concetti differiscono tra loro a livello qualitativo, più che quantitativo, poiché nel conflitto subentrano delle componenti più strettamente personali ed intime.
I conflitti possono operare a diversi livelli, da quello intrapersonale, un conflitto interno alla persona tra diversi bisogni, desideri o doveri, che si verifica nel momento in cui è necessario effettuare una scelta, interpersonale, quando il conflitto insorge tra più persone, spesso per obiettivi ed esigenze differenti, e intergruppo nei casi di dispute tra gruppi e nazioni diverse.
Le conseguenze di un conflitto possono manifestarsi sia a livello fisico, attraverso l’espressione di sintomi somatici, che a livello psicologico, mediante una condizione di malessere generalizzato, che può trovare espressione attraverso l’umore e il comportamento.
Come le persone rispondono ad una situazione conflittuale varia a seconda della percezione che la persona stessa ha di sé e del ruolo sente di svolgere all’interno della relazione. Dall’evitamento della condizione conflittuale alla prevaricazione, laddove un conflitto non rispetti le esigenze di tutti gli attori coinvolti, rischia di evolvere verso situazioni dolorose e distruttive proprio per chi è coinvolto.
Per tale ragione, è importante riconoscere i contrasti, le divergenze e non rimuoverli, altresì farli emergere quando sono latenti, se costituiscono un problema reale per almeno una delle parti coinvolte. Questo potrebbe consentire di ripensare una modalità differente per vivere le difficoltà personali e le relazioni senza essere investiti dal timore di non poter mantenere rapporti stabili, regolari, ordinati, sviluppando al contempo la capacità di stare dentro il conflitto in modo non distruttivo.
Affinché il conflitto diventi costruttivo e motivo di scambio-confronto, non deve dunque essere evitato, ma gestito e trasformato in risorsa, dove cambiando la prospettiva dalla quale viene osservato è possibile giungere ad una visione globale ed interattiva delle dinamiche insite in un conflitto.
Quando un conflitto viene evitato o affrontato in maniera poco consapevole, può portare al risentimento, al rancore, all’indifferenza o nel peggiore dei casi a rotture irreparabili. Quando viene vissuto in maniera consapevole, invece, può aumentare il livello di comprensione, migliorare il sentimento di fiducia tra gli interlocutori e rafforzare i legami.