Un passo nel passato e lo sguardo rivolto verso il futuro
A cura della dottoressa Pamela Longo
Psicologa e Psicoterapeuta
Ed eccoci qui, a qualche giorno dalla fine dell’anno, in quel momento in cui ci si concentra a fare bilanci e sulla base di questi predisporre dei nuovi, buoni propositi. Quel momento durante il quale ripercorriamo velocemente i mesi passati, facendo memoria degli eventi più importanti, in cui sentiamo la necessità di tracciare una linea di fine e tiriamo le somme. Spesso, però, vi è la sensazione che il risultato sia negativo. Per cui con il sopraggiungere del nuovo anno, accade di frequente, che ci creiamo degli elenchi di cose da fare ed altre da non ripetere, quasi con l’illusione che il cambio di calendario possa modificare il nostro percorso di vita, come se si chiudesse un cerchio e ne iniziassimo un altro. Le cose però stanno un po’ diversamente, infatti, non chiudiamo niente, ma continuiamo il nostro viaggio. Ciò che certamente potremmo fare, è fermarci per un momento e proseguire con nuove consapevolezze.
La difficoltà dei buoni propositi sta spesso nella scelta degli stessi, che possono essere difficili da raggiungere, per gli aspetti più vari, dalla poca motivazione o l’energia necessaria per realizzarli. Allora, forse, per non alimentare quel sentimento di frustrazione derivante dal non essere riusciti nemmeno quest’anno a portare a termine ciò che ci eravamo ripromessi, sarebbe auspicabile scegliere, per davvero, quelli che sono i propri obiettivi, valutando e valorizzando le nostre risorse, senza intraprendere battaglie che perseguono il fine ultimo di aspettative non sempre personali.
E già, le aspettative, quelle per cui spesso rivolgiamo lo sguardo al passato, e sulla base di queste, la nostra attenzione si sofferma su ciò che non siamo riusciti a portare a termine perdendo di vista, ciò che invece, con tanto sforzo e dedizione siamo riusciti a fare con le nostre possibilità, in quello specifico momento, a determinate condizioni.
Una svista, che mentre semplifica il nostro vissuto, rischia, anche, di non riconoscere a noi stessi il giusto valore.
Allora, ancor prima di stabilire ciò che vorremmo essere, sarebbe importante guardare senza giudizio e con benevolenza il percorso che abbiam fatto sin qui. Guardarsi e riconoscersi.
E per i buoni propositi? Credo che la chiave di volta sia scegliere liberamente e personalmente quali obiettivi voler perseguire, seguendo il principio di realtà, lavorando a piccoli passi coltivando la speranza di assomigliare sempre di più a sé stessi.
L’elemento principale dovrebbe essere, dunque, quello di seguire le proprie attitudini incanalandosi nella naturalezza degli eventi non solo ad inizio anno nuovo, ma tutti i dodici mesi.
Oggi, vorrei solo porgere il mio augurio di fine anno, affinché ognuno di noi possa non perdersi in un lavoro di media aritmetica dei trecentosessantacinque giorni passati, poiché l’essere umano è molto più della somma degli eventi intercorsi o di ciò che è stato in grado di realizzare.
Accogliere ciò che si è stati e rivolgere lo sguardo verso ciò che si è!
Buon Anno di consapevolezza a tutti!