Una mini-inchiesta su quello che non torna sulla questione rete pubblica
Dopo l’inaugurazione del progetto “Smart Soul” e del lancio del Wi Fi libero in città, parecchie sono state le incongruenze, le difformità e le carenze rispetto a questioni come legislazione (il “D.L. del fare” dello scorso giugno liberalizzava il le reti aperte al pubblico), rispetto della privacy e informativa sul trattamento dati sensibili (manca l’informativa su chi sia a gestire i dati sensibili dell’utente per la registrazione al servizio, a che titolo, per quanto tempo e per quali usi) registrazione dati e tutela dell’ente verso reati dei terzi (stando a quanto espresso dall’avvocato Biavati non esiste nessuna verifica dei dati forniti). Aspetti che hanno prodotto osservazioni, repliche e contro repliche sull’argomento.
Animato da spirito di chiarezza sono andato a ricostruire la storia degli atti ufficiali in merito.
Con la delibera di giunta n. 128 del 7/6/12 l’attuale amministrazione demandava agli Affari Generali gli atti amministrativi/gestionali conseguenti all’approvazione del progetto Smart Soul, con un impegno di spesa di 100mila euro iva compresa. La copertura finanziaria dei fondi per l’opera fu individuata nei 100mila euro che la Regione Puglia con atto dirigenziale del 14 ottobre 2010 ( all’epoca l’amministrazione comunale era quella guidata dall’ex Sindaco Giuliani) affidò al Comune di San Giovanni Rotondo come contributo parziale su un progetto candidato al bando di riqualificazione della rete commerciale del valore complessivo di circa 307mila euro. Di questi, 100mila destinati appunto per iniziative di promozione e comunicazione.
Con determinazione dirigenziale successiva fu istituita una procedura negoziata tramite il MEPA, una sorta di mercato per le Pubbliche Amministrazioni a cui sono registrate determinate imprese, con aggiudicazione in favore della ditta presentante il prezzo più basso. Vincitrice risultò quindi essere Telecom Italia per un importo complessivo compreso iva e oneri sulla sicurezza pari a quasi 92mila euro, cui poi seguì una variante al progetto per impossibilità di instaurare due Totem all’interno di locali comunali e quindi da porre all’esterno (P.za Santa Maria delle Grazie e parcheggio multipiano) per un ulteriore spesa di 7mila euro.
Il Wi fi e il progetto Smart Soul entrano in funzione con un’inaugurazione ufficiale l’8 ottobre del 2013. Per accedere al Wi fi cittadino occorre una registrazione preventiva con invio di dati sensibili. Avevo quindi sollevato alcuni dubbi circa la registrazione preventiva obbligatoria per accedere al servizio, in quanto il famosissimo decreto “del fare” approvato a giugno dal Governo, ad uno dei suoi accapi sanciva la decadenza dell’obbligo della registrazione preventiva per le reti pubbliche (l’identificabilità a garanzia dell’ente sarebbe garantita dal Mac address, un codice affidato ad ogni dispositivo prodotto sul pianeta) e che già comuni a vocazione turistica, come il vicino Rodi Garganico per citarne uno, avessero recepito tale possibilità rendendo accessibile liberamente la propria rete raccogliendo in estate successo e consenso tra turisti e operatori del settore.
La risposta dell’amministrazione fu affidata ad una consulenza affidata all’avvocato Francesco Biavati, in cui lo stesso sosteneva come in realtà il decreto aboliva l’obbligo di registrazione ma non instaurava un divieto per la stessa. Inoltre affermava Biavati che la registrazione è funzionale alla tutela dell’ente nei confronti di chi attraverso la rete pubblica commettesse reati informatici, e rimarcava come in realtà i dati forniti non vengano verificati.
Ma come??? Si mette in piedi un sistema di registrazione con invio di dati sensibili per tutelare l’ente da reati informatici e poi non si verificano tali dati, che quindi possono essere tranquillamente inventati da chi sia male intenzionato? Si pone in essere una raccolta di dati sensibili senza un’informativa sul trattamento dei dati e sulla tutela della privacy e perciò non propriamente legale? E ancora, chi gestisce tali dati? E per quanto tempo?
Da un’indagine successiva salta fuori che i dati e le password per accedere al servizio sono gestite dal responsabile del Ced (riferiscono di persona notoriamente vicina al Sindaco) e dal titolare della ditta Jack’s Web, fratello del consigliere di maggioranza Gabriele Cotugno.
Con determinazione dirigenziale n. 1396 del 28/10/2011 alla ditta Jack’s Web viene affidato il compito di analizzare le funzionalità le problematicità e lo studio dei miglioramenti del sito istituzionale del comune dietro un compenso di 4.700 euro. Si tratta in sintesi di una sorta di preventivo dietro compenso degli interventi e della gestione. L’affido è stato fatto senza procedura di gara o simili, su “proposta economica presentata dal titolare della ditta Jack’s Web” si legge nella determina, e sfruttando la possibilità sancita dalla legge di affido diretto a terzi di servizi con un importo inferiore a 20.000 euro.
Con successiva determina del 18/01/2012 e dietro delibera di giunta relazionata dal Sindaco sui risultati ottenuti, e vista la legge che ha aumentato da 20.000 a 40.000 la soglia per l’affidamento diretto, si riaffida l’incarico alla Jack’s Web, sempre per affido diretto, per la gestione del sito istituzionale per tutto il 2012 per un compenso di 18.000 euro. E la cosa si ripete ancora con la determinazione dirigenziale del 29/01/2013 sempre dietro richiesta espressa nella delibera di giunta con la quale si rinnova lo stesso incarico per tutto il 2013 per un compenso di poco più di 17.000 euro. Le spettanze dovute alla ditta vengono erogate dietro presentazione di fattura, e dopo presentazione di una relazione scritta sugli interventi fatti. Relazione approvata dal responsabile Ced. Quindi il responsabile Ced che verifica e garantisce per le prestazioni offerte dalla ditta del fratello di un consigliere di maggioranza. Difficile non notare perlomeno delle anomalie.
Andando oltre, sono quindi stati spesi dal Comune in favore della Jack’s Web in due anni e due mesi 40.000 euro (guarda caso esattamente la soglia per l’affidamento diretto consentita per legge) per interventi, come si legge nelle determine, di: integrazione Albo Pretorio (ad oggi aggiornato a più di un anno fa); Inserimento modulo Allerta Meteo; manutenzione e miglioramenti server; Supporto al Ced del Comune; Creazione account Twitter; Auto pubblicazione articoli su Facebook/Twitter; Rilancio servizio Fammi Sapere e un non meglio precisato supporto al sito web della Presidenza del Consiglio.
E ancora, esattamente il 14 ottobre scorso, un cittadino appassionato di siti istituzionali e di Pubblica Amministrazione, fece notare (non solo a me ma anche a chi gestisce il sito evidentemente) come facendo analizzare le prestazioni del sito istituzionale del nostro comune attraverso la “bussola” di magellanopa.it (un servizio che monitora le prestazioni dei siti della pubblica amministrazione in relazione a tutti gli aspetti dell’e-governement, dalla trasparenza all’accessibilità) il risultato era davvero desolante.
Su 65 parametri che il servizio prende in esame nessuno risultava soddisfatto. Pochi giorni dopo la segnalazione e grazie all’inserimento di alcune pagine vuote sul sito istituzionale che consentono di bypassare il controllo, ad oggi la situazione è in apparenza (ma non nella sostanza) migliorata grazie a questo escamotage. 50 sono oggi i parametri soddisfatti su 65.
Insomma si sono spesi 40.000 euro con una esternalizzazione del servizio di gestione del sito istituzionale poco chiara sia dal punto di vista dei risultati che ha prodotto, che dell’affido diretto (conflitto di interessi?) che della modalità di controllo dei servizi erogati. Inoltre si è prodotta una dubbia modalità di accesso al wi-fi cosiddetto libero, e il dubbio che questa registrazione obbligatoria sia stata voluta e difesa per legittimare altri incarichi futuri (incarichi che comunque non potrebbero più essere affidati tramite affido diretto visto il raggiungimento della soglia di 40.000 euro stabilita per legge).
Infine per dovere di cronaca, scomodo il recentissimo esempio del Comune di Sannicandro. Come si legge nella determina (n. 591 del 22/10/2013) lo stesso Comune ha speso € 1.089 Iva compresa in favore della ditta Halley Sud-Est S.r.l. per la progettazione del sito istituzionale e per la formazione dei dipendenti dello stesso Comune per la gestione e l’immissione dei contenuti. Ad oggi il sito, sempre per il servizio “bussola” del sito governativo “magellapano.it”, rispetta 65 parametri su 65!!!
Pio Matteo Augello
Giovanni Piano
Caro Pio,
so che non ne hai bisogno, ma volevo esprimerti pieno sostegno e solidarietà per quanto da te scritto ed approfondito in questa tua mini-inchiesta. So quanto tu abbia lavorato per acquisire la documentazione ufficiale comprovante ogni singola affermazione.
Oggi ero fuori per lavoro ed ho ricevuto diverse chiamate se si possono definire anticipatorie di chissà quali “minacce” . Tu hai detto solo verità ed evidenze comprovate da atti. Chi si sente toccato smentisse il tutto e percorresse le strade che ritiene utili a dimostrare altre verità.
Come te e gli altri ragazzi della Redazione credo che questa città non ha più bisogno di rappresentanti che predicano bene e razzolano male, quindi bravo per la lezione di serietà e ricerca della verità che hai dato a tutti.
Sappiano che non saranno le minacce a fermare la coscienza di cittadini onesti , anzi vorrei tanto che i nostri rappresentanti di minoranza oltre all’interessamento della Corte dei Conti per eventuali accertamenti di irregolarità, facessero loro tutti i quesiti da te posti e pretendessero risposte serie e circostanziate.
Con stima,
Giovanni, con la condivisione e sottoscrizione di tutta la Redazione
gargice
Mi sembra che l’autore dell’articolo abbia fatto solo il suo dovere: informare, narrare dei fatti -che si possono controllare tranquillamente- senza accusare nessuno. Poi se le domande non sono più lecite, qualcuno avrà ragione quando dice che in Italia siamo parzialmente liberi…
Usare la carica per minacciare qualcuno è ulteriore regalo ai cosiddetti populisti: confrontarsi con “dati alla mano” è così difficile?
Allora aprite il Comune, la casa di tutti i cittadini, con trasparenza, informazione, delucidazioni, accettate critiche e consigli e rispettate il pensiero di tutti… perché se non lo fate e poi ai prossimi suffragi vincessero i “Populisti” (tanto odiati) basterà guardavi allo specchio per scoprire la causa.
Sante Barbano
Andrea
Carissimo Pio,
ti faccio spiegare da Papa Francesco: “La differenza è che chi pecca e si pente, poi chiede perdono, si sente debole, si sente figlio di Dio, si umilia e chiede proprio la salvezza da Gesù. Ma chi scandalizza, non si pente. Continua a peccare, ma fa finta di essere cristiano dalla doppia vita.E la doppia vita di un cristiano fa tanto male. Dice ‘ma io sono un benefattore della Chiesa! Metto la mano in tasca e do alla Chiesa’; ma con l’altra mano, ruba: allo Stato, ai poveri. Ruba, è un ingiusto. Questa è doppia vita. E questo merita, dice Gesù non lo dico io, che gli mettano al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Non parla di perdono, qui”.
Con affetto e stima… :)
Andrea Piano
MARIO TSE TUNG
Caro, Pio piena solidarieta’ confermo e sottoscrivo tutto quello che dici… e adesso caro morigerato consigliere Cotugno mi denunci pure ….ahahahahaha!!! ma mi faccia il piacere.. minacciare per limitare la liberta’ di espressione ricorda tanto qualcuno del passato…Caro consigliere non è per caso lei che dovrebbe insegnarci a rispettare l’altro e a porgere l’altra guancia?? Giu’ la maschera..finalmente. La libertà d’espressione è necessaria… i cittadini silenziosi sono dei perfetti sudditi di un governo autoritario. (Robert Dahl)
Un abbraccio a te e a tutti i ragazzi della redazione.
Mario Di Maggio