Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo
– Commento a cura di don Andrea Lauriola –
PRIMA LETTURA (Sap 9,13-18)
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
Dal libro della Sapienza
Quale, uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima
e la tenda d’argilla opprime una mente piena di preoccupazioni.
A stento immaginiamo le cose della terra,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi ha investigato le cose del cielo?
Chi avrebbe conosciuto il tuo volere,
se tu non gli avessi dato la sapienza
e dall’alto non gli avessi inviato il tuo santo spirito?
Così vennero raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra;
gli uomini furono istruiti in ciò che ti è gradito
e furono salvati per mezzo della sapienza».
SALMO RESPONSORIALE (Sal 89)
Rit: Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.
Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.
Insegnaci a contare i nostri giorni
E acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.
SECONDA LETTURA (Fm 1,9-10.12-17)
Accoglilo non più come schiavo, ma come fratello carissimo
Dalla lettera a Filèmone
Carissimo, ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore.
Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario.
Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore.
Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso.
Canto al Vangelo (Sal 118,135)
Alleluia, alleluia.
Fa’ risplendere il tuo volto sul tuo servo
e insegnami i tuoi decreti.
Alleluia.
VANGELO (Lc 14,25-33)
Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
Commento
“Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?”
Questa domanda svetta tra le altre nella prima lettura, tratta dal libro della Sapienza. Una domanda che può scoraggiare il desiderio di vivere “secondo la volontà di Dio”.
Se ciò che Dio vuole non si può conoscere, potrò mai metterlo in pratica? La Sapienza, cioè il Logos, il Verbo fatto carne è la svolta che ci permette di conformare il nostro pensiero al pensiero di Dio, di imparare ad amare Lui e, in Lui, ogni persona (padre, madre, moglie, figli, fratelli…).
Sì, è vero, sembra riduttivo amare qualcuno “solo” per amore di Dio, e non perchè ci teniamo a quella persona. Sa un po’ di sacrificio. Ma amare l’altro per Dio è garanzia di libertà e ci salva da atteggiamenti possessivi mascherati da amore.
Così infatti Paolo che non si lega ad Onesimo (“…che mi sta tanto a cuore.”), ma permette a lui e a Filemone di crescere in un rapporto che, grazie ad una fede libera, li aiuta a diventare fratelli, superando la logica “schiavo-padrone”.
“Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?”
Preghiera ed amore disinteressato ci aiuteranno a mettere sempre più a fuoco la volontà di Dio.