Dal 10 al 12 agosto in Piazza Europa
San Giovanni Rotondo ospiterà come di consuetudine la “tre giorni” della Rassegna Internazionale del Folklore, l’annuale kermesse giunta alla sua 35ma edizione, ideata dall’instancabile Benito Ripoli, presidente FITP e fondatore dello storico gruppo sangiovannese “L’Eco del Gargano”.
Sul palco allestito nella centralissima Piazza Europa nei giorni 10, 11 e 12 agosto si esibiranno gruppi provenienti da ogni parte del mondo: Estonia, Rep. Ceca, Ucraina, Turchia, Slovacchia, Messico oltre che gruppi italiani provenienti dalla Sicilia.
Non mancheranno le esibizioni dell’Eco del Gargano e dell’Orchestra Etnica del Gargano che tanto successo sta riscuotendo in tutta Italia. Ampio spazio sarà anche dedicato alle nuove leve de I Piccoli dell’Eco del Gargano guidati da Teresa Siena.
Tre giorni di canti, balli folklorici e contaminazioni culturali per regalare ai sangiovannesi delle serate all’insegna della musica e delle tradizioni popolari. Una manifestazione che gode del patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Foggia, del Comune di S.Giovanni Rotondo e del contributo della Banca di Credito Cooperativo.
Come sempre entusiasta il maestro Benito Ripoli: “La storia di una città si legge, si sente, si vive profondamente attraverso momenti e testimonianze che rivelano continuamente il cammino e la civiltà di un popolo. L’uomo non può e non deve mai dimenticare le sue origini, ma recuperarle, conservarle e valorizzarle tenacemente e dignitosamente in quella memoria storica che testimonia la civiltà dei suoi padri. Ed è questo che noi facciamo ogni anno attraverso questa rassegna che dà lustro alla nostra città”.
“Folklore – conclude Ripoli – significa far rivivere e tramandare le tradizioni, gli usi e i costumi dei propri avi; significa eseguire una missione, trasmettendo cultura, che ha posto le basi del nostro patrimonio etnico-culturale. I bambini sono il futuro della tradizione e noi con i Piccoli dell’Eco vogliamo continuare a tramandare la nostra cultura, un patrimonio inestimabile che non può essere disperso nei ritmi di questa società moderna che molto spesso ci induce a dimenticare da dove proveniamo”.